giovedì, 28 Marzo 2024
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Conselve, cogeneratore: farà discutere a lungo la sentenza della Corte dei Conti

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cogeneratore-consAlcuni la vedono come un colpo di spugna su un spreco milionario, altri sottolineano il fallimento della strategia degli esposti, altri ancora trovano le conferme alle proprie convinzioni. La sentenza della Corte dei Conti sulla costruzione del cogeneratore ad olio vegetale in zona industriale a Conselve è destinata a far discutere ancora a lungo. Il pubblico ministero che aveva chiamato a rispondere di un danno erariale di 11 milioni di euro ben 26 imputati fra ex amministratori di Cosecon – Attiva, funzionari regionali e altri soggetti coinvolti nel naufragio del progetto di costruzione dell’impianto ad olio vegetale diventato una cattedrale nel deserto.
L’inchiesta era partita da un esposto del Movimento 5 Stelle di Conselve e dell’associazione Il Moraro di Bagnoli. Ora la Corte dei Conti solleva da ogni responsabilità gli ex amministratori della Spa, in seguito fallita, e i funzionari regionali che hanno seguito la pratica. In via preliminare la Corte ha anche accolto alcune eccezioni del collegio difensivo riconoscendo il difetto di giurisdizione e “scontando” dalla stima dei danni 4,8 milioni di euro.
L’unica condanna è a carico della curatela fallimentare di Attiva chiamata a versare alla Regione 1 milione e 40 mila euro più gli interessi e a sostenere le spese processuali per 24 mila euro. Per quasi tutti gli imputati la Corte ha confermato l’avvenuta prescrizione, come richiesto dai difensori. Per altri quatto la Corte è entrata nel merito. Al termine i giudici hanno rigettato la domanda di condanna a loro carico perché non hanno rilevato delle responsabilità dirette.

Una delle prime reazioni è quella di Luca Martinello del Movimento 5 Stelle, firmatario dell’esposto che ha aperto l’inchiesta, si dice “soddisfatto perché almeno un milione di euro sarà recuperato. Poco conta che sia intervenuta la prescrizione per le persone coinvolte, perché è stato comunque scoperto l’ennesimo caso di spreco di risorse pubbliche. La prescrizione estingue sì il reato, ma non lo assolve, infatti dà la possibilità alle parti lese di costituirsi in sede civile per eventuali richieste di danni. Come tutti possono constatare, la centrale non è mai entrata in funzione”.

L’altro firmatario Diego Boscarolo sottolinea: “con il nostro esposto abbiamo messo in evidenza la responsabilità di chi aveva reso possibile questo sperpero, spendendo una cifra doppia rispetto ad impianti di simili dimensioni”. Luciano Sguotti, vice segretario provinciale del Pd e sindaco di Conselve negli anni in cui decollò il progetto del cogeneratore osserva invece che “non sempre gli esposti tardivi rendono giustizia, più che cercare la condanna sommaria serve la volontà di intervenire da parte della procedura fallimentare di Attiva per cercare di recuperare un’opera che potrebbe avere la sua ragion d’essere. Non possiamo continuare a restare fermi”.

 

Di Nicola Stievano