venerdì, 29 Marzo 2024
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“L’impianto di co—combustione andrà a pieno ritmo”

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di Alessandro Abbadir
“In provincia di Venezia il problema della realizzazione di nuovi Termovalorizzatori non sussiste. Esiste già un impianto all’avanguardia che invidia tutta Italia. L’impianto di Co-combustione di Fusina che brucia Cdr, combustibile da rifiuto”.
A spiegarsi in questo modo è l’assessore all’ambiente della Provincia di Venezia Ezio Da Villa. Da Villa spiega che di nuovi termovalorizzatori (nipoti dei vecchi inceneritori) anche se di nuova generazione, non ce n’è proprio bisogno in provincia di Venezia. “A Venezia e provincia siamo completamente autosufficienti in termini di produzione di energia elettrica – dice Da Villa — grazie all’impianto di Fusina che passerà a bruciare dalle 9mila tonnellate di Cdr di quest’anno a 70mila per il 2009”. Questo grazie alle recenti autorizzazioni che sono state date dal ministero dell’Ambiente. Il Cdr è secondo l’assessore il futuro dei combustibili. “E’ molto meglio del carbone – dice Da Villa — e grazie dei trattamenti ad hoc supera le prestazioni energetiche anche di altri classici combustibili. E’ un combustibile pulito. Tutte le emissioni sono controllate da Arpav”. Il dibattito sulla realizzazione di nuovi termovalorizzatori dunque a Venezia è superfluo “Siamo andati oltre — dice Da Villa — il concetto di termovalorizzatore. Anche Venezia centro storico da quest’anno avrà la differenziata porta a porta e si potrà produrre Cdr anche dai rifiuti della città lagunare. C’è qualche problema in questo momento con la raccolta di rifiuto umido e la realizzazione di Compost”.
La provincia di Venezia però non resta a guardare. “Abbiamo in progetto — dice l’assessore — di realizzare due nuovi centri per la produzione di compost dai rifiuti umidi ed organici. Questi centri saranno aperti, uno nell’area di Cavarzere, Cona, Chioggia e l’altro nella zona del Veneto Orientale”. La Biokomp, l’azienda che si occupava di questo trattamento si è convertita completamente a Fusina, alla realizzazione di Cdr da rifiuto secco. La provincia comunque concorda con uno studio i cui risultati sono stati resi noti mesi fa: gli inceneritori degli anni 70, 80 producevano fumi con alta percentuale di diossina. “La Provincia di Venezia in quegli anni — spiegano i tecnici – ha subito un massiccio inquinamento atmosferico da sostanze diossino-simili rilasciate dagli inceneritori, soprattutto nel periodo 1972 — 1986. Nella popolazione c’è un un significativo eccesso di rischio di sarcoma correlato sia alla durata che all’intensità dell’esposizione”.
Il rischio da questa relazione appare concentrato nei comuni di Stra, Vigonovo e Fiesso d’Artico che vengono interessati dai venti prevalenti di Nord Ovest. Gli inceneritori con più alto livello di emissioni in atmosfera sono stati quelli che bruciavano rifiuti urbani. Nell’ordine sono seguiti quelli per rifiuti ospedalieri e quelli industriali. Per questo si è deciso di voltar pagina definitivamente con gli inceneritori.