C’è un’attesa ammantata di ottimismo a Rovigo per l’avvio del prossimo grande evento d’arte al Roverella: “Déco, Arte in Italia 1919-1939”. I riflettori si sono accesi sulla mostra, ormai quasi in fase di allestimento, lo scorso 19 novembre in un incontro tenutosi nella sala Tiepolo dello storico palazzo che fu progettato nella seconda metà del Quattrocento dall’architetto ferrarese Biagio Rossetti. Una grande rassegna d’arte, promossa dalla Fondazione Ca.Ri.Pa.Ro e dall’Accademia dei Concordi, con Comune e Provincia di Rovigo, una mostra all’insegna dell’italianità che dal 31 gennaio al 28 giugno ci si augura sarà in grado di replicare il successo della precedente, facendo convergere oltre 35 mila visitatori nel capoluogo polesano. E all’esperienza caratterizzante il 2008 del Roverella, “La Belle Epoque, Arte in Italia, 1880-1915” si richiama esplicitamente il nuovo allestimento, visto come un continuum della precedente esposizione. E ciò sia in termini cronologici sia per il fatto che anche il nuovo orientamento artistico ebbe il suo punto nodale in Francia, dove pure fu coniato il termine “déco” con una grande esposizione realizzata a Parigi nel 1925. “Si voleva allora sottolineare il valore del decorativismo — ha chiarito Dario Mattoni, curatore della mostra al Roverella assieme a Francesca Cagianelli ed il coordinamento di Alessia Vedova -. Ma nel processo storico c’è molto di più, e l’obiettivo della importante rassegna rodigina sarà quello di dimostrare che, oltre alle arti applicate, con la prevalenza degli aspetti decorativi, il Déco in Italia interessò ampiamente le arti maggiori, come la pittura, la scultura, ed anche l’espressione grafica. E non si trattò di esperienze limitate alle avanguardie, ma di un’attività innovativa che interessò anche artisti la cui formazione era legata con più intensità al classicismo”. A Rovigo approderà dunque quello “spirito di modernità” che nel corso di un ventennio infuse il suo soffio creativo in tanti settori: da quello strettamente decorativo che in mostra sarà rappresentato soprattutto dalle realizzazioni più eccellenti che ebbero in Giò Ponti ed Zecchini i massimi interpreti, ai futuristi come Giacomo Balla, Fortunato De Pero, Fillia, ai rappresentanti della corrente metafisica o di quella classicista. Insomma il capoluogo polesano sarà raggiunto da quel particolare “stile ‘900” che vide sbocciare in Italia tanti nuovi apprezzati talenti. Alla presentazione della rassegna, che aprirà i battenti il 31 gennaio 2009, sono intervenuti il sindaco Fausto Marchiori che ha ringraziato la Fondazione per il l’impegno economico assunto, sottolineando la forza trainante dell’evento per la città ed il Polesine intero. Gli ha fatto eco Luigi Costato presidente dell’Accademia dei Concordi che ha rimarcato le aspettative del nuovo evento, sottolineando anche il buon esito della rassegna dedicata a Pinocchio che chiuderà i battenti il 31 dicembre. Il presidente della Fondazione Antonio Finotti ha rilevato l’importanza della mostra, che avrà come principale protagonista iconografica la donna, e sottolineando come l’iniziativa sia pensata in virtù di fungere da volano per la crescita e la promozione del territorio. Aspetto questo sul quale si è soffermata l’assessore provinciale Laura Negri, annunciando la messa a punto di pacchetti turistici per la visita delle località più interessanti del Polesine in occasione della mostra, con particolare attenzione alle scuole, a cui è destinato un apposito fondo utile per incentivare le gite di scolaresche provenienti da altre province.
LINO SEGANTIN
Dèco. L’arte in Italia tra le due guerre
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