venerdì, 29 Marzo 2024
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Addio alle vecchie lastre

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Il 2009 è un anno di svolta per il Dipartimento di immagini e tecniche endoscopiche dell’Ulss 17. L’utilizzo delle lastre per radiografie è stato abolito in favore delle immagini digitali. L’iniziativa consentirà di migliorare l’organizzazione interna all’Ulss e allo stesso tempo permetterà significativi risparmi diminuendo i consumi di materiali e pellicole. Inoltre i cittadini, potranno avere sempre a disposizione i propri dati clinici. Il nuovo sistema di gestione digitale delle immagini di radiologia consente la refertazione (anche immediata) da remoto da parte dello specialista, la consultazione in breve tempo di referti da parte delle unità richiedenti e l’eliminazione di materiale di consumo. Inoltre non saranno più necessari gli spostamenti dei pazienti e del materiale da un reparto all’altro. Già oggi un radiologo a Monselice può refertare un esame effettuato in una sede remota, consultare gli eventuali precedenti presenti nel sistema e rendere disponibile presso la sede remota, il proprio referto firmato digitalmente (e quindi a piena validità legale) senza alcun spostamento di lastre o di persone, ma sfruttando la rete dati aziendale. Grandi benefici sono stati ottenuti anche sul fronte dei costi: già da oltre un anno i risultati degli esami Tac e di Risonanza Magnetica vengono archiviati in formato digitale e consegnati su cd rom (sono già oltre 30 mila i cd rom consegnati). La spesa nel 2006 era di 540 mila euro mentre nel 2008 si è passati a circa 340 mila euro. Entro i primi mesi del 2009, i costi totali di stampa potrebberoscendere a circa 100 mila euro annui. “L’Azienda Ulss 17 ritiene strategici gli investimenti nell’informatizzazione e nella telemedicina – sottolinea il direttore generale Giovanni Pavesi – Per ottimizzare i processi di cura. Queste dotazioni innovative inoltre ci consentono di accrescere il know-how degli operatori sanitari in vista delle tecnologie all’avanguardia che saranno attivate nel nuovo polo ospedaliero e nelle sedi per post-acuti periferiche».
Emanuele Masiero