Trivellare l’Alto Adriatico alla ricerca di gas? “Non se ne parla nemmeno”. Provocatoria la proposta del ministro Scajola, perentoria la risposta del governatore del Veneto Giancarlo Galan: “Non siamo nel deserto o nel cuore della valle Padana o della Basilicata – spiega Galan – vogliono trivellare a poche miglia dalla nostra costa, lungo la quale ci sono gioielli come la Laguna di Venezia e il Delta del Po e le spiagge più affollate d’Europa”.
La polemica si è riaperta dopo che Scajola in un’intervista aveva portato alla ribalta l’argomento spiegando le motivazioni che hanno portato il governo ad inserire un emendamento nel disegno di legge sullo sviluppo già approvato alla Camera e ora in discussione in Senato, che prevede una “revisione della clausola che impedisce l’estrazione in Alto Adriatico, in modo che in accordo con la Regione Veneto si possa di nuovo prendere energia da sotto i piedi dei deltini”. Galan ha posto l’accento sul ruolo già importante svolto dalla Regione sul piano energetico: “Con il rigassificatore off-shore in completamento al largo di Porto Viro il Veneto contribuirà al 17% del fabbisogno nazionale di energia ed in cinque anni di operatività renderà disponibile una quantità di gas pari a quella che si avrebbe perforando i giacimenti presenti sui fondali delle coste venete”. Ferrea opposizione è arrivata anche dal sindaco di Porto Tolle, Silvano Finotti: “Scardovari e Polesine Camerini ogni anno continuano a sprofondare, seppure di poco, e i costi di bonifica per far fronte alla subsidenza sono enormi. E poi che senso ha avviare le estrazioni che garantirebbero gas per sei mesi? È meglio completare impianti esistenti, come la centrale Enel di Polesine Camerini, per differenziare l’utilizzo delle risorse”. Sul fronte del “No” si colloca anche Legambiente: “Continuiamo a sostenere che il gas è la fonte fossile meno impattante, ma non ha senso trivellare davanti alle coste dell’Alto Adriatico mettendo a rischio il territorio circostante”.
ALESSANDRO ORLANDIN