Riempiamo le classi del mondo. È questo lo slogan scelto dal Cesvitem per lanciare i nuovi progetti nel Sud del mondo. Nel 2009 l’impegno della Ong miranese sarà infatti tutto indirizzato verso la promozione del diritto all’istruzione, attraverso la costruzione di un asilo a Trujillo (Perù), di una scuola primaria a Carapira (Mozambico) e di una scuola secondaria a Nairutia (Kenya). «Tutto nasce — spiega il presidente Simone Naletto — da una riflessione iniziata nel 2007, in occasione del ventennale della nostra fondazione: tra i tanti settori in cui siamo stati attivi dal 1987 a oggi, abbiamo scelto di concentrarci sulla promozione del diritto all’educazione. Vogliamo che il nostro aiuto sia un volano per lo sviluppo del Sud del mondo, non una semplice carità. E in questo senso investire sulla formazione delle nuove generazioni è a nostro parere il modo migliore per gettare le basi di un futuro fatto di giustizia e di benessere condiviso». I tre progetti 2009 vanno proprio in questa direzione, partendo da uno dei problemi più impellenti: la carenza di strutture. «In Perù — spiega Naletto — costruiremo un asilo in grado di ospitare 24 bambini a cui, attraverso un appoggio educativo, alimentare e sanitario, sarà data la possibile di crescere in modo equilibrato pur in un contesto di grande miseria. A Carapira completeremo invece la costruzione della nuova scuola primaria: sei aule, un blocco amministrativo e un pozzo per oltre 1.300 alunni finora costretti a frequentare le lezioni in capanne di fango e paglia. Infine a Nairutia contribuiremo alla costruzione della St. Regina secondary school, cercando di rispondere all’impennata di iscrizioni che si è avuta dopo che il governo kenyano ha reso gratuita l’istruzione secondaria». I costi di tutti e tre i progetti sono contenuti: sia va dai 13.600 euro necessari per la costruzione e l’arredamento di un’aula in Kenya ai 35.000 per l’asilo in Perù, comprensivi del finanziamento del primo anno di attività. Ma il valore, non solo simbolico, è enorme. «In un momento di crisi economica — sottolinea Naletto — la solidarietà è una delle prime voci che rischia di sparire dai nostri bilanci, pubblici e privati. Ma proprio ora non possiamo abbandonare il Sud del mondo, il meno attrezzato ad affrontare il dissesto finanziario mondiale. Sostenere l’autosviluppo dei popoli del Sud è non solo un nostro dovere etico, ma anche un nostro interesse: solo creando condizioni di vita dignitose in Africa, in America Latina, in Asia possiamo sperare di rallentare la marea di diseredati dell’umanità che bussano alle nostre porte, disposti a tutto pur di fuggire dalla povertà». Parallelamente proseguono gli ormai tradizionali progetti di sostegno a distanza, che attualmente coinvolgono oltre 3.600 bambini tra Mozambico e Perù. Per conoscere meglio e contribuire al sostentamento dei progetti del Cesvitem, si può chiamare lo 041.5700843 o collegarsi a www.cesvitem.org.
Filippo De Gaspari