giovedì, 28 Marzo 2024
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Addio a Giancarlo Pellay

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Maestro elementare, direttore didattico, tenore nel coro e fondatore degli scout. Era Giancarlo Pellay, scomparso agli inizi di febbraio a 79 anni. Se ne va un pezzo di storia di Mirano.
Una vita la sua spesa per educare e formare i giovani, dalla scuola, allo scautismo. Nato a Venezia, a Sant’Elena, il 30 giugno 1929, aveva iniziato la sua carriera come maestro e poi era stato nominato direttore didattico a Meolo e successivamente a Mirano nel secondo circolo. Era stato un innovatore nella didattica con l’inserimento della «scuola attiva» e del tempo pieno. Nel volontariato fondò il gruppo scout di Mirano nel lontano 1963, rimanendo capo dei lupetti fino alla fine. È stato anche amatissimo presidente del coro Croda Rossa, dove per anni aveva cantato come tenore. Per i suoi meriti didattici e sociali è stato insignito nel 2003 dal Presidente della Repubblica del titolo di Commendatore. Cordoglio è stato espresso anche da parte del Comune: «Con lui Mirano perde un uomo di alta levatura morale e di grandi qualità umane oltre che un esempio di cittadinanza attiva. Ha rappresentato un’istituzione per la comunità miranese innanzitutto nella funzione di direttore didattico, lasciata da qualche anno per la pensione e poi per l’impegno sociale e culturale portato avanti anche durante la malattia». Commovente il ricordo dei capi scout: «Giancarlo non era solo uno dei tanti capi di Mirano. Non era solo il più anziano capo a prestare servizio in associazione, con rinnovata disponibilità anche dopo così tanti anni di dedizione. Giancarlo, con la saggezza della sua età e la ricchezza della sua persona, rappresenta la nostra storia, il nostro tesoro inestimabile ed illimitato. E così ci sembrava lui: un fuoco inestinguibile. Mosso da una forte spinta educativa, non solo con i bambini, ma anche con noi adulti, era maestro di scautismo e maestro di vita, una voce autorevole che metteva a tacere tutti senza mai il bisogno di alzare la voce, come solo i grandi uomini possono fare. E’ stato per tutti un “fratello maggiore”, di quelli che non hanno la presunzione di voler guidare gli altri, ma sanno accompagnare lungo il cammino, con fedeltà e modestia».
di Filippo De Gaspari