venerdì, 29 Marzo 2024
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La risorsa “pulita” del vento

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Un parco eolico per produrre energia pulita alle porte di Chioggia. La proposta arriva da un’associazione di Padova, la Studium srl, che qualche mese fa ha presentato domanda alla Regione per ottenere l’autorizzazione a procedere. Si tratterebbe di un impianto eolico con una quarantina di pale montate su piloni di 30 metri. L’argomento suscita tanto più interesse in queste settimane per il ritorno di attualità del nucleare. Tra i due ovviamente la centrale eolica sarebbe accolta con maggior favore. Al momento il sindaco Romano Tiozzo non si lascia andare a facili entusiasmi, dopo le polemiche feroci sul nucleare, ma sta valutando con attenzione il progetto per capire le ricadute sul territorio. Anche perché il Comune dovrà esprimere un parere nella conferenza dei servizi convocata dalla Regione. La legge 387 del 2003 prevede infatti che la domanda unica per impianti di queste dimensioni vada fatta alla Regione a cui poi competerà la convocazione delle conferenze dei servizi con gli enti coinvolti. L’area prescelta dalla Studium si trova tra Ca’ Pasqua e Ca’ Bianca in prossimità del Brenta, dove pare esistano coni di venti importanti che garantirebbero l’economicità dell’impianto. Un’area altrettanto adatta si trova ai Piovini. “Guardo con interesse a tutte le innovazioni — spiega Tiozzo — credo che la produzione di energia, soprattutto se a basso impatto ambientale, sia una strada da percorrere con convinzione perché non possiamo più permetterci di non essere competitivi a causa dei costi di produzione che incidono anche per il 30%. Gli impianti eolici sono in linea con il protocollo di Kyoto e con l’intenzione del governo di ridurre l’approvvigionamento di idrocarburi. Ho chiesto ai tecnici comunali di approfondire la questione perché dovremo esprimere un parere tenendo conto di tutto, delle ricadute positive, ma anche dell’impatto ambientale. In tutti i casi sarebbero consultati i residenti fornendo tutte le informazioni possibili perché vanno fatte scelte consapevoli”.
di Elisabetta Boscolo Anzoletti