venerdì, 29 Marzo 2024
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Raddoppiate le ore di cassa integrazione

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Qualche giorno prima dell’assemblea di Unindustria, sempre al Censer, si sono riuniti i quadri delegati della Cgil del Veneto. Anche in questo caso l’argomento portante è stato la crisi, e la fotografia scattata sulla situazione Polesana è stata praticamente identica a quella fatta durante l’assise degli imprenditori. Una foto in cui nessuno se la sente di abbozzare un sorriso. Gravi, anche in questo caso, le cifre con le quali si è cercato di dare una dimensione al fenomeno. In provincia di Rovigo, infatti, nell’ultimo anno le ore di cassa integrazione straordinaria sono praticamente raddoppiate, passando da 1.108.884 ore del 2007 ai 2.048.654 del 2008. Si tratta di un incremento dell’84,76%, decisamente tanto. La stessa proporzione è stata rispettata anche dalla cassa integrazione ordinaria passata, nello stesso arco di tempo, da 213.994 ore a 365.657. Ma quel che più spaventa è che, secondo le stime della Cgil, le cose sembrerebbero destinate a peggiorare. A gennaio la percentuale degli assunti in Veneto è crollata del 60%, rispetto a quanto accaduto appena un anno prima, e il numero delle persone ai quali potrebbe non venire rinnovato il contratto, o sospesi dall’impiego, può raggiungere quota 220 mila. Ma le stime al ribasso del sindacato hanno riguardato anche quanto accade nel mondo delle partite Iva. Sempre in Veneto sarebbero già 600 le aziende artigiane che hanno chiuso i battenti, mentre l’industria registrerebbe il peggior record degli ultimi trent’anni con una produzione scesa del 3,6%.
Le ricette ventilate dal palco dal segretario nazionale Guglielmo Epifani hanno anticipato quelle del presidente Marcegaglia. Ritenendo prioritaria la realizzazione delle opere pubbliche e, convenendo con il presidente della Confindustria sulla necessità di concedere una deroga alle amministrazioni locali sul Patto di stabilità. Le scelte specifiche, da fare subito, per il territorio sono state delineate dal segretario provinciale Giovanni Nalin. La prima ha riguardato la centrale di Polesine Camerini, la cui ripartenza rappresenterebbe un importante volano per l’economia, ha spiegato. “E’ una centrale che allo stato delle cose odierno inquina tantissimo ed è il caso di prendere una decisione: o si chiude o si converte”. Il favore del segretario ricadrebbe sulla seconda ipotesi, ma sulla questione ha coinvolto anche Palazzo Balbi in quanto a suo avviso mancherebbe un piano regionale per l’avvio della riqualificazione. Altro argomento portante dell’intervento di Nalin è stato il ruolo di Consvipo nel futuro del Polesine. “Non può più essere — ha spiegato — il ricettacolo dei politici a fine carriera. E’ assolutamente necessario che diventi una struttura efficiente e al servizio della comunità”. Nella lista degli interventi sono state inserite anche le opere pubbliche. “L’interporto va completato — ha concluso — perché è un intervento fondamentale che può dare impulso sia ai trasporti via fiume che a quelli su ferrovia, oggi troppo poco impiegati”.