venerdì, 29 Marzo 2024
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Protezione Civile in Abruzzo

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Hanno anche loro gli occhi rossi, gli scarponi infangati e il desiderio di una doccia calda. Ma lo spirito che li anima è più forte del disagio e supera anche il dispiacere di . L’altra faccia del dramma degli sfollati d’Abruzzo è quella dei volontari della Protezione civile, una cinquantina quelli della provincia di Padova, tra cui una decina partiti dai distretti del Piovese e del Conselvano.
Li abbiamo raggiunti nel giorno di Pasquetta per vedere qual è il reale contributo che i nostri territori, tramite loro, continuano a dare in questa tragedia.
Il nostro giro inizia da Rocca di Cambio, paesino arrampicato a 1383 metri d’altezza sul Gran Sasso. E’ umido e il termometro segna 5 gradi. La notte scorsa ha piovuto e tra le tende si sono formate pozzanghere fangose.
Ma i volontari dei vari distretti padovani che, da soli, hanno tirato su questo campo in grado di ospitare più di cento persone, non si perdono d’animo.
Sono appena riusciti a ripristinare la corrente elettrica che permette di far funzionare le stufette arrivate nei giorni scorsi dal distretto provinciale di via Dei Colli, insieme ai bagni chimici e alla cucina da campo. L’applauso e la commozione dei locali che salutano il cambio fra i volontari presenti da sette giorni e i nuovi arrivati a dare il cambio è eloquente più di mille parole. Qui non ci sono stati morti ma le abitazioni sono state completamente danneggiate, comprese la chiesetta del XV secolo dove è stato girato un film di don Camillo e la pieve di santa Lucia, datata XIII secolo, che ospita preziosi affreschi della scuola di Giotto.
“Siamo felici di essere stati adottati dai volontari padovani — è il commento del sindaco locale, Antonio Pace -. Ci aiutano a non abbatterci e ad andare avanti con dignità come è nello spirito dei Veneti”.
A Rocca di Mezzo i volontari dei vari distretti padovani della Protezione civile lavorano con i colleghi del Comune di Milano.
La tendopoli è una delle maggiori, ospita più di 500 persone, tra il capoluogo e le tre frazioni, e si continuano a montare tende negli ultimi spazi vuoti.
L’aiuto dei volontari è anche morale: oltre a garantire un alloggio temporaneo e dei pasti caldi hanno ricavato, in un edificio adiacente il campo, una ludoteca, un angolo con parrucchiera ed estetista e uno spazio dove il parroco del paese può dire la messa.
Il giro si conclude a Pianola, località dove è stato allestito il “comando” del nucleo operativo provinciale di Padova, coordinato da Massimo Maran. Nella confusione generale di pochi giorni fa è capitata qui una mamma, si è avvicinata a una volontaria del Conselvano chiedendole dove poteva vedere i corpi dei suoi due figli morti nel crollo della loro casa in un paese lì vicino. Gli uomini della Protezione civile l’hanno accompagnata dai suoi bambini. Ai “nostri” volontari è successo anche questo.