giovedì, 28 Marzo 2024
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Il fiume migliora e diventa una risorsa turistica

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Come sta il Po? Un po’ meglio, grazie. A parlarci dello stato di salute del più grande fiume italiano si è soffermato Luigi Rambelli, presidente di Legambente Turismo, giunto lo scorso 10 settembre alla foce del Po di Tolle con un equipaggio nautico di attivisti, al termine di un’escursione in houseboat lungo il grande corso d’acqua. Obiettivo: sondare la situazione delle acque ed approfondire alcune problematiche inerenti il futuro del rapporto uomo-ambiente nella pianura Padana.
Dal rapporto di Legambiente è emersa una situazione decisamente migliorata della salute del Po rispetto ad alcuni anni fa.
“Gli aspetti più preoccupanti – come ha rilevato Giulio Kerschbaumer il biologo imbarcato durante l’operazione – sono stati riscontrati alla confluenza del Lambro e dei torrenti Parma e Crostolo”.
Va però anche detto che il fiume ha una notevole capacità di autodepurazione e, solo dopo una decina di chilometri, le acque presentano un buon livello di salubrità. I positivi riscontri fanno prevedere un ulteriore miglioramento della situazione, per cui non è fuori luogo ipotizzare, tra qualche anno, un ritorno alla balneabilità.
In quest’ottica il Po può dunque rappresentare un importante riferimento per lo sviluppo di un turismo ecocompatibile lungo tutta l’asta fluviale, iniziative in grado di valorizzare le ricchezze, le peculiarità e le vocazioni (agricole, gastronomiche e turistiche) del territorio. Legambiente chiama pertanto a raccolta istituzioni ed imprenditori del settore turistico per un progetto orientato al turismo, che trovi i suoi punti di forza nella navigazione fluviale e nella mobilità su bici.
Pierantonio Macola, amministratore delegato di Villaggio Barricata, nonché vicepresidente di Unindustria Rovigo e referente unico del nuovo distretto turistico del Parco, ha osservato che “per cogliere appieno questa occasione di crescita è fondamentale che avvenga prima un cambiamento culturale, in primis da parte degli imprenditori del settore. Il divertimentificio – ha sottolineato – è ormai superato”.
Nonostante il permanere di ostacoli, Macola ha in ogni caso manifestato ottimismo per il futuro del Polesine e del Delta, in una prospettiva di sviluppo turistico rispettoso dell’ambiente, da attuare mediante iniziative e progetti condivisi con le associazioni più attente al patrimonio naturale.
L’assessore Laura Negri ha rilevato con piacere questa iniezione di ottimismo, ricordando però che i fondi Fas sono congelati e che alcuni importanti interventi vengono pertanto rinviati a tempi non prevedibili . “Credo comunque – ha aggiunto – nella collaborazione che si sta instaurando e che sicuramente dovrà essere perfezionata tra amministratori e operatori; e la Provincia si sta muovendo in questa direzione che è la chiave vincente per il nostro territorio”. Ha fatto seguito l’intervento di Giorgia Businaro, responsabile del settore acque di Legambiente Veneto che ha riportato l’attenzione sulla fragilità idrogeologica del Delta, e su interventi sconsiderati sia in loco (in primis la centrale a carbone) che a monte, dove sono allo studio sbarramenti di bacinalizzazione che potrebbero pregiudicare il futuro del grande fiume.
E se il sindaco di Ariano Giovanni Chillemi ha intrecciato motivi di speranza ad altri preoccupati, sottolineando fra l’altro l’inadeguata azione dell’ente Parco, un ulteriore campanello di allarme è stato agitato da Stefano Cacciatori che, forte dell’esperienza di navigazione sui rami del fiume e le lagune del Delta, ha sottolineato come il mare stia prendendo il sopravvento in varie zone: le spiagge non sono più soggette ad alcun ripascimento naturale e gli sbarramenti preannunciati, se attuati, ridurranno l’apporto di sabbia e sedimenti con una ulteriore contrazione del delta.