venerdì, 29 Marzo 2024
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Riorganizzazione dei reparti, è un coro di critiche

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Riorganizzare per risparmiare ancora. Questa la logica che ha ispirato la proposta che è stata presentata nelle scorse settimane in conferenza dei sindaci a Mira, dal direttore generale dell’Ulss13 Arturo Orsini. I sindaci della Riviera del Brenta però insorgono e chiedono un ripensamento e minacciano anche una raccolta di firme. A farsi portavoce della protesta sono il sindaco di Mira Michele Carpinetti e il presidente entrante della Conferenza dei sindaci Fabio Livieri. Dalle indicazioni date ai primi cittadini dal direttore, Ginecologia sarà collocata solo a Dolo, Ostetricia solo a Mirano, e in futuro probabilmente anche Pediatria, il centro trasfusionale e dei laboratori a Dolo. Otorinolaringoiatria invece sarà aperto in un ospedale (per 24 ore) e nell’altro solo per 12 ore, sostanzialmente di giorno con funzione ambulatoriale. Stessa soluzione per Neurologia. Il direttore ha spiegato la sua proposta di riorganizzazione, partendo dal fatto che bisogna razionalizzare le risorse per evitare problemi di bilancio. “L’idea che propongo ai sindaci – ha detto in conferenza dei sindaci Arturo Orsini – ovviamente potrà essere discussa e cambiata, ma alcune indicazioni nascono dalle peculiarità del territorio. Ginecologia, che presuppone anche interventi chirurgici, potrà in linea di massima restare concentrata a Dolo. E’ importante concentrare nel centro rivierasco il centro trasfusionale e di analisi del sangue fermo restando in tutta l’area i punti prelievo e i distretti sanitari. Un punto nascite unico invece sarebbe preferibile a Mirano, e nel futuro a questo potrà affiancarsi anche il reparto di Pediatria”. Orsini non ha dato preferenze di collocazione per quanto riguarda invece Neurologia e Otorinolaringoiatria (due dei reparti doppioni). Questi due reparti però dovranno avere una concentrazione di 24 ore in un ospedale, mentre nell’altro sarò aperto un grande ambulatorio per 12 ore. Lo spostamento di Ostetricia non piace ai sindaci della Riviera che con Fabio Livieri sono intenzionati chiedere alla direzione Ulss 13 di rinunciare allo spostamento di Ostetricia e Pediatria a Mirano. “Siamo pronti a sacrificare qualche altro reparto che non è stato preso in considerazione”. Sulla proposta di riorganizzazione dei servizi ospedalieri dell’Ulss13, presentata lunedì dal direttore generale Arturo Orsini alla Conferenza dei Sindaci, interviene il sindaco di Mira, Michele Carpinetti. “L’ottimizzazione dei servizi e dei reparti ospedalieri impatta con il disegno che ha in mente la Regione sull’Ulss13, ormai chiaro – dice il sindaco – e che prevede la graduale ma inesorabile sottrazione di risorse e di finanziamenti alla nostra sanità”. I dati parlano chiaro, secondo Carpinetti. “Siamo ultimi – continua – nel riparto regionale delle quote procapite con una differenza negativa di 500 euro per utente rispetto a quanto versato, ad esempio, all’Ulss12″. In più vengono negate le risorse per la ristrutturazione delle sedi ospedaliere di Dolo, Mirano e Noale, per un nuovo Pronto Soccorso, nuove sale operatorie, riorganizzare i servizi per ridurre le liste di attesa nella diagnostica.”Non si ristruttura l’esistente, quindi – dice ancora il sindaco di Mira – e nel frattempo si ipotizza un ospedale unico non previsto nella programmazione regionale e operativo tra non meno di 10 anni. Come si può garantire un servizio efficiente se non si ristruttura ciò che abbiamo e che, nonostante le carenze, funziona?”. Il direttore generale dell’Ulss13 Arturo Orsini si sarebbe quindi trovato in qualche modo costretto a stringere la cinghia per garantire i servizi e l’assistenza primaria ai cittadini dell’area. “Ma fino a quando – dice Carpinetti – sarà possibile tutto ciò? Certo è che queste scelte della Regione mettono a rischio la salute dei nostri cittadini. Su questo non scherziamo e siamo pronti alla mobilitazione dei cittadini, anche attraverso una raccolta di firme, se in tempi rapidi la Regione non ci darà le risposte chiare ed immediatamente operative per quella che ci viene prospettata come una agonia per scelta, programmata scientificamente e non a caso”.