E’ passato quasi un anno dal momento in cui Regione parlava della crisi del settore della pesca evidenziando un calo del 10% del profitto lordo e del 6% del numero degli addetti, e illustrando come le giornate annue di attività si fossero ridotte da 197 a 131. Oggi, il 2009 volge al termine, e la crisi della pesca continua a sentirsi e a pesare sulle spalle dei lavoratori impegnati nel settore. La tanto sperata ripresa non si è verificata e sta di fatto, invece, che i prezzi alla vendita toccano minimi storici e i consumi si riducono. E’ questo il caso, ad esempio, del commercio dei molluschi che ha visto un forte calo del prezzo alla fonte toccando i 2 euro al Kg a differenza dei 5-6 euro degli scorsi anni.
La Provincia per andare incontro alle esigenze dei pescatori ha recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa con le province di Ferrara e Venezia allo scopo di valorizzare con la creazione di un marchio unico le produzioni di vongole dell’alto Adriatico. E’ stata inoltre inoltrata in Regione la richiesta di aumentare la produttività lagunare con una maggior vivificazione ed è stato creato un Report della Carta Ittica allo scopo di chiedere la liberazione delle concessioni delle lagune di Caleri e Marinetta per ampliare il raggio d’azione dei pescatori nei momenti di crisi.
Il Consorzio Pescatori di Scardovari, invece, per rilanciare il prodotto punta alla qualità attraverso l’attuazione del Flupsy (Floating upweller system), un sistema avanzato per il preingrasso dei molluschi prima dell’attività di allevamento allo scopo di supportare la ripresa delle sperimentazioni per il recupero della vongola verace autoctona (Tapes decussatus), oggi quasi completamente soppiantata dalla vongola filippina in tutte le lagune del Delta. I primi risultati parlano di circa 80 milioni di esemplari prodotti in un anno di taglia 10-12 millimetri ottenuti da larve schiuse nel centro di ricerca di Pellestrina. Il primo milione è stato equipartito tra la laguna di Barbamarco e la Sacca degli Scardovari. Prossimamente si procederà alla spartizione nelle lagune in concessione al Consorzio.
Mentre del tutto irrisolto rimane anche lo stato di incertezza legato alla pesca a strascico per il prossimo anno. Un nuovo regolamento europeo, infatti, prevede che entro le tre migli la piccola pesca a strascico a cominciare dal primo di giugno venga abolita. Per i pescatori del Delta si tratta di una vera e propria tragedia in quanto solo per fare un esempio esiste il precedente dello scorso anno quando il mercato è stato salvato dalla vendita delle canocchie, dalle seppie e dalle triglie: tutte specie che si pescano entro le tre miglia. Dunque l’interrogativo è leggittimo che fine faranno mercati allo scadere dell’ultima deroga europea prevista per il prossimo 31 maggio? Solo a Porto Tolle sarebbero 70 gli equipaggi che entrerebbero in crisi, 200 nell’intero Delta ma allargando la stima a tutto il litorale Adriatico veneto il tracollo occupazionale potrebbe raggiungere ben cinquemila addetti compreso l’indotto. Ad oggi sono gia stati fatti molti incontri a Roma come a Chioggia ma nessuna risposta si profila all’orizzonte e nessuna ipotesi pare trovare sostegno, nemmeno l’articolato dossier che la Lega Pesca ha depositato sul tavolo tecnico promosso dal ministero delle Politiche agricole.