Dal vertice sul clima di Copenhagen, al territorio della Bassa Padovana. Una zona in forte sviluppo che però teme per il suo futuro ambientale. Per questo le amministrazioni comunali corrono ai ripari, delineando iniziative e progetti per la salvaguardia del patrimonio ambientale. A Este va il merito di una lunga serie di soluzioni messe in campo dall’assessore Beatrice Andreose, vero vulcano di idee. In primis una “variante” del Piano Casa che promette prestazioni energetiche di alto livello. Nel documento varato dal Comune si indicano l’orientamento dell’edificio, l’utilizzo di materiali ecosostenibili, l’illuminazione e la ventilazione naturali, l’utilizzo di teleriscaldamento e di energia solare e termica. Altra iniziativa importante del Comune di Este è la rete di teleriscaldamento urbano in fase di realizzazione. I vantaggi sono evidenti: risparmio energetico, minor inquinamento per la possibilità di utilizzare combustibili più puliti (metano o biomasse), possibilità di installare impianti più efficienti per la depurazione dei fumi, produzione di calore mediante cogenerazione. L’assessore Andreose ha pure attivato una newsletter per tutti i cittadini indicando consigli pratici per risparmiare inquinando di meno. A Este è attivo anche il Gas (Gruppo di Acquisto Solare) che permette di acquistare in gruppo, impianti fotovoltaici e solari termici con evidenti risparmi economici e un livello di assistenza elevato. Ma gli interventi voluti dal Comune sono ancora più lungimiranti: il cibo che mangiamo percorre spesso molti chilometri aumentando di fatto l’inquinamento. Da questo problema nasce la soluzione “Natureste” un market con prodotti a filiera accorciata. Si tratta di un’associazione, formata da 15 produttori agricoli che da dicembre proporrà frutta e ortaggi di stagione accorciando la filiera. Per il futuro sono previsti anche dei forum in cui saranno i cittadini ad avanzare proposte per risolvere le criticità ambientali del territorio. A Monselice si teme invece per i famosi Cdr, ovvero combustibili derivati da rifiuti che potrebbero entrare nei forni delle cementerie. “nceneritori, cementifici e tanti piccoli, diffusi, termovalorizzatori (vedi anche il progetto di due termovalorizzatori per l’ospedale nuovo di Schiavonia della Bassa Padovana) stanno puntando all’uso del Cdr quale fonte inesauribile e rinnovabile di energia — spiega Gastone Zilio, medico di famiglia ed ex consigliere comunale – Il business dell’incenerimento della Rd e la ghiotta opportunità che i rifiuti diventino un inesauribile combustibile per molti impianti produttivi (assieme a biomasse, scarti e deiscenze animali) costituiscono un gravissimo problema per la salute dell’ambiente e delle persone. Ma i rifiuti non sono energia pulita. Per estrarla serve bruciarli, incenerirli e questo produce costi elevati in termini di danni alla salute umana”. Ma dall’Italcementi arrivano rassicurazioni: il Cdr non entrerà nei forni. “Nell’incontro con i consiglieri Francesco Miazzi e Rino Biscaro, avvenuto nell’ambito di un confronto avviato già da tempo anche con l’amministrazione di Monselice, Italcementi ha ribadito di essere disponibile, a fronte di condizioni che ne permettano l’operatività nel lungo periodo, a realizzare sul territorio un investimento tecnologico di ampia portata — hanno commentato i vertici dell’Italcementi — Il revamping porterebbe a un considerevole miglioramento dell’efficienza dell’impianto, garantendo quindi il mantenimento dell’occupazione. Il nuovo impianto consentirebbe inoltre un radicale abbattimento dell’impatto ambientale. Il progetto di ristrutturazione, non ha alcuna correlazione con l’uso del Cdr. Lo sviluppo del “Progetto Monselice” continuerà attraverso il confronto con il territorio”.
Este scommette sul futuro eco-sostenibile
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Giorgia Gay
Giornalista professionista, nata sulla carta ma con un'anima social e una passione per le web news