venerdì, 29 Marzo 2024
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Gestisca il governo i servizi delle regioni

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Il decreto economico varato dal governo il 31 maggio e ora in fase di conversione al Senato colpisce alcuni settori piuttosto che altri: l’impiego pubblico, in particolare la scuola, le Regioni ed enti locali, dal cui taglio ci si aspetta oltre il 60 per cento delle riduzioni di spesa a regime.
Nel 2012, 4,5 miliardi in meno solo per le Regioni a statuto ordinario, 2,5 miliardi per i comuni, 500 milioni per le province, 1 miliardo per Regioni e province a statuto speciale. Non mancano naturalmente le solite eccezioni. Roma continuerà a ricevere 300 milioni in più, regalati a Gianni Alemanno, che può avvalersi anche di interventi speciali, come per esempio la sovrattassa sugli imbarchi aeroportuali, per altri 200 milioni, oltre che della possibilità, data a lui solo, di re-introdurre la tassa di soggiorno opzione negata agli altri sindaci italiani.
In pratica il Ministro Tremonti ha deciso di togliere 4,5 miliardi di euro, dal monte dei trasferimenti elargiti a seguito della devoluzione delle competenze alle Regioni sul finire degli anni Novanta, dovuta all’approvazione delle leggi Bassanini. Si tratta di risorse vincolate a settori specifici, dai trasporti locali (per circa il 40 per cento del totale), agli incentivi alle imprese, all’edilizia pubblica, all’ambiente, alla viabilità, all’agricoltura.
Ma senza i soldi come faranno le Regioni e i Comuni a garantire questi servizi o questi finanziamenti ai propri cittadini?
“Se le cose non cambiano — ha affermato Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome restituiremo le competenze che lo Stato ha dato alle Regioni con i decreti Bassanini”.
Una posizione condivisa da tutti i Governatori, anche dai leghisti Zaia e Cota, che hanno accolto con grande preoccupazione la mole di tagli ai trasferimenti previsti dalla Manovra Finanziaria. Durissime, a riguardo, le parole anche di Roberto Formigoni che rimanda al mittente le deleghe senza mezzi termini.
“Di fronte ad un ministero del tesoro così virtuoso secondo il quale è possibile garantire il trasporto pubblico anche con questi tagli, noi ci leviamo il cappello e diciamo: caro governo riprenditi quelle competenze stabilite dalle Bassanini. Non è pensabile – ha concluso Formigoni – che il ministero pensi di individuare gli sprechi fuori di casa sua quando invece i dati dicono che l’aumento del debito in questi anni si deve soprattutto ai ministeri”.
“C’è grande preoccupazione — ha detto il Governatore Luca Zaia — per l’impostazione attuale che comporterebbe un taglio per il Veneto di 350 milioni di euro. I nostri cittadini devono saperlo perché riteniamo che non abbiano ancora l’esatta percezione di quello che ciò significherebbe”. Per il presidente l’azione della Regione e dei comuni è quindi di assunzione di massima responsabilità nell’intraprendere congiuntamente un percorso che eviti la penalizzazione dei cittadini veneti e porti al riconoscimento della virtuosità di chi ha saputo amministrare. Da parte loro i sindaci, esprimendo apprezzamento per questa iniziativa di coordinamento che supera gli schieramenti politici per perseguire un risultato che riconosca le giuste istanze che provengono dagli enti locali, hanno tutti sottolineato che i tagli previsti metterebbero fortemente a rischio anche la spesa per il sociale. Zaia ha aggiunto che comunque non mancano i segnali positivi da parte del governo, ricordando che lo stesso presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, ha dichiarato a fine giugno la disponibilità a modificare la manovra. Ed è in questa direzione che bisogna spingere — ha concluso Zaia — facendo tutti la nostra parte”.