Parcheggio dell’ospedale come una giungla. Chiunque entra senza un minimo di controllo, i posti per i disabili sono assai spesso occupati da auto prive di pass e chi deve far scendere un anziano, in mancanza di alternative, è costretto a sostare davanti all’ingresso bloccando il traffico di altri utenti e dei mezzi di soccorso. Insomma, nel piazzale adiacente il nosocomio piovese regna il caos più assoluto.
A lanciare il grido d’allarme è il presidente del Centro per i diritti del malato, Gianni Molena: “Da anni — dice — facciamo presente all’amministrazione la necessità di regolare l’accesso al parcheggio interno all’ospedale prima che accada qualche disgrazia per colpa delle soste selvagge, che non tengono conto di chi frequenta per lo più il luogo: anziani e disabili”.
La situazione nell’area che dovrebbe essere a disposizione esclusivamente del personale medico infermieristico e degli utenti del nosocomio è allo sbando: parcheggiatori abusivi in azione e macchine in sosta in entrambi i lati del viale, sulla rampa d’accesso al pronto soccorso, o peggio, a filo delle ambulanze. Ma l’apice del grottesco si raggiunge il mercoledì e il sabato mattina, quando non è raro incontrare massaie e intere famiglie che vanno a riprendersi l’auto con le borse piene di acquisti fatti al mercato. “Chiunque può entrare e trovare un posto gratis per sbrigare le proprie commissioni — continua Molena, che ha portato la questione sul tavolo dei dirigenti e dei responsabili dell’ex Usl 14 e dell’attuale Usl 16, oltre ad averla illustrata agli assessori ai Servizi sociali dei vari comuni della Saccisica durante un incontro — e le brutte abitudini di qualcuno creano disagi e rischi per tutti. La nostra proposta è quella di ripristinare la vecchia entrata per far passare il personale di servizio e rendere più restrittivi i controlli alla portineria, in modo tale che entri solo chi ha effettiva necessità”. Detta così, l’intervento può sembrare tutto tranne che particolarmente oneroso. “Ci siamo sempre sentiti rispondere che non ci sono soldi — conclude Molena — Ma il momento di trovare una soluzione non si può più rimandare”.