Il trillo della prima campanella è ancora lontano e per molti studenti agosto è ancora il mese in cui i pensieri corrono incontro alle vacanze. Per l’assessore alla Scuola di Porto Tolle, Silvana Mantovani, invece la ripresa dell’anno scolastico è da tempo uno degli argomenti più spinosi della sua agenda politica.
“Già lo scorso anno — spiega — si sono viste le difficoltà alle quali la legge Gelmini aveva sottoposto le amministrazioni locali e gli istituti comprensivi nell’organizzare classi e programmi di studio, quest’anno come andrà con le risorse ulteriormente decurtare dall’ultima manovra finanziaria? La mia non vuole essere una sterile polemica — prosegue l’assessore — gli sprechi nell’amministrazione pubblica probabilmente ci sono, come del resto esistono docenti poco vocati all’insegnamento ma è evidente che le misure introdotte dal Governo non incidono in modo significativo in nessuna delle due direzioni. Non centrano nulla con la formazione o con l’educazione, sono semplicemente tagli indiscriminati”. L’assessore Mantovani è preoccupata che possa accadere quanto è successo lo scorso anno con classi autorizzate in deroga all’ultimo momento o peggio ancora organizzate accorpando classi differenti, come a Scardovari.
“In realtà — prosegue l’assessore — sappiamo già che quest’anno il nostro ministro disubbidirà ad una delle promesse che aveva fatto. Infatti aveva garantito che nelle classi numerose sarebbe stata possibile la presenza di più insegnanti di sostegno ma invece così non sarà.
L’ufficio Scuola della provincia di Rovigo aveva recepito le osservazioni che avevo formulato lo scorso anno e al ministero ha fatto richiesta di poter disporre di personale in numero consono ad affrontare tutte le emergenze presenti nelle nostre classi. Il ministero quel numero, invece, l’ha dimezzato, dimostrando di non seguire alcuna logica se non quella del risparmio. Ma la scuola non è un’azienda, nelle classi di oggi c’è il futuro di questo paese eppure nelle nostre classi esiste pure un rischio sicurezza”. La normativa, infatti, in materia di edilizia scolastica è abbastanza precisa e stabilisce al centimetro quali debbano essere le dimensioni delle classi in relazione al numero degli studenti che le occupano. “Ma se il principio della legge Gelmini è quello di accorpare gli studenti, è realistico pensare — continua l’assessore – che questo numero, invece, sarà ben superiore. In questo orizzonte di incertezze e di precarietà c’è comunque un aspetto positivo: non ci sarà alcuna pluriclasse. Lo scorso anno erano state accorpate la terza e quinta di Scardovari, quest’anno è stato fatto l’impossibile per evitarlo, malgrado le ristrettezze economiche e la penuria di insegnanti. E’ comunque evidente che il ministero non si sta occupando dei nostri figli, forse perché i bambini non votano”.