venerdì, 29 Marzo 2024
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Terre del brenta, l’ecomuseo

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L’ecomuseo “Le Terre del brenta”, voluto e finanziato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Mira e dalla Provincia di Venezia, e gestito dal Centro Studi Riviera del Brenta apre a settembre. La sede della struttura sarà villa Principe Pio a Mira Porte. Ad annunciarlo l’assessore alla Cultura, Davide Meggiato, e l’associazione organizzatrice che illustrano per la prima volta la destinazione degli spazi.
“Con L’Ecomuseo — dice il vicesindaco Davide Meggiato — la Riviera del Brenta si dota finalmente di una struttura museale moderna la cui vocazione prioritaria è quella di invitare gli abitanti e i turisti di questo meraviglioso territorio ad apprezzarne le risorse storiche, ambientali, culturali ed enogastronomiche”. Ma ecco le novità nel dettaglio un elenco fornito da Centro Studi: l’Ecomuseo sarà diretto da Elisabetta Vulcano che ha con la collaborazione di Antonio Foscari nelle vesti di “direttore onorario”. L’allestimento si articolerà in quattro piani, ciascuno dedicato ad attività specifiche. Nel seminterrato saranno ospitate una sala di lettura e una sala per le proiezioni e i laboratori sensoriali; nel piano rialzato troveranno posto l’ufficio e il bookstore del Centro Studi Riviera del Brenta e gli uffici e la biglietteria dell’Ufficio teatro Villa dei Leoni, mentre il salone centrale sarà punto di partenza per la visita al museo grazie all’esposizione delle indicazioni al percorso della mostra. Il piano nobile sarà il vero cuore dell’Ecomuseo: il salone principale sarà sala espositiva permanente, con pannelli, fotografici e cartografici sulle terre del Brenta, reperti archeologici, manufatti e oggetti. Il piano ospiterà una sala per video-proiezioni (che manterrà l’allestimento originario di un interno di barca); una sala espositiva dedicata all’archeologia industriale, per raccontare la nascita delle maggiori industrie che hanno trasformato il territorio.
Ci sarà poi una seconda sala dedicata alla laguna; e infine una sala dedicata alle “Case in Villa” che, attraverso riproduzioni cartografiche e iconografiche e di documenti d’archivio, racconterà le operazioni di bonifica della terraferma veneziana avvenute tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500. Nel sottotetto, infine, saranno allestite una biblioteca e un’aula studio, mentre anche le aree esterne della Villa saranno valorizzate con la creazione di un bio-giardino. “Ma non è tutto — spiega Elisabetta Vulcano —: L’Ecomuseo, inserito nel sistema museale diffuso, fungerà da fondamentale punto informativo turistico, in un territorio che ogni anno viene apprezzato da migliaia di visitatori.
Per quanto riguarda i cittadini della Riviera del Brenta, invece, ci impegneremo per diversificare e rinnovare quanto più l’offerta culturale: è nostro obiettivo e desiderio quello di far diventare l’ Ecomuseo un luogo frequentato, vissuto, dinamico, lontano quanto più possibile dallo stereotipo annoiato del museo, in cui ci si reca una sola volta nella vita”.
Insomma l’ecomuseo si candida a diventare un punto di riferimento non solo per la Riviera ma per tutta la Provincia di Venezia, e le altre aree del Veneto. Si spera che stavolta l’esperienza non si risolva in un fallimento come è successo qualche anno fà con Admira Brenta.