venerdì, 29 Marzo 2024
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Scarparo: “La Trevisan lavora al Csa da 18 anni”

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“Sulla questione che riguarda la mia presidenza e la signora Laura Trevisan è arrivato il tempo di fare chiarezza”. Le parole sono quelle del presidente del Csa di Adria, Roberto Scarparo, che ha deciso di intervenire dopo che più volte nei suoi confronti è stata mossa l’accusa di nepotismo. “Alla fine dell’anno 2008 è andata in pensione una figura fondamentale per l’ente che è il ragioniere economo, che non è stato sostituito ed il lavoro è stato svolto in parte da due impiegate interne e per la maggior parte da una impiegata di categoria C che lavora da 18 anni in questo ente a tutt’oggi. Tutto ciò ha portato risparmi dell’ordine dei 35-40.000 euro all’anno , che sono stati molto utili per portare il risanamento finanziario dell’ente che in quegli anni aveva un passivo di bilancio e ora servono per distribuire incentivi economici per tutti i dipendenti”. Questa impiegata, ancora secondo la ricostruzione fornita dal presidente, svolgeva e svolge questo compito compreso la predisposizione dei bilanci con attestati di stima e di buona riuscita del suo lavoro da parte della Direzione tecnica e dei revisori Contabili che si sono susseguiti. “Questo compito — continua Scarparo – le è stato affidato dal precedente Consiglio di amministrazione e la mia Presidenza non ha fatto altro che continuare ciò che era già in essere. Purtroppo la Trevisan ha avuto la sfortuna di essere la Cognata del Presidente e per questo in varie occasioni sulla stampa locale , è stata dichiarata assunta ex novo nell’organico dell’ente, tutto ciò è assolutamente falso, tutte le persone della casa di Riposo e tante persone in Città sanno che Laura Trevisan è dipendente da 18 anni della stessa struttura e svolge il suo lavoro con professionalità e dedizione come tutti i dipendenti della Csa”.
Insomma per il presidente la questione è stata presa a pretesto per denigrare il suo operato. “Chiedo a coloro che vogliono colpire la mia persona di usare altri metodi che possano avere come destinatario solo il sottoscritto — ha concluso Roberto Scarparo – e non coloro che mi sono legati da vincoli di famiglia, credo che chiunque nella mia condizione farebbe una simile richiesta. Tale istanza va poi a braccetto con un’altra che io ho già espresso in questo giornale, ovvero che si possa lasciare la battaglia politica tra le pareti delle sedi che le sono appropriate, in Municipio per esempio. In questo modo ogni confronto potrà essere portato avanti con trasparenza e credo in modo piacevole per entrambe le parti, meglio ancora se sarà condotto con eleganza in modo da lasciare fuori le cose personali come la famiglia”.