venerdì, 29 Marzo 2024
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Coro di no al pescivendolo cinese

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Dopo i bar, i negozi e le bancarelle di ogni genere ai mercati settimanali, i cinesi puntano occhi e interessi anche verso i banchi di pesce dello storico mercato al dettaglio di Chioggia.
La notizia è trapelata a metà dicembre quando un commerciante chioggiotto dopo aver condotto una trattativa con estrema discrezione è stato visto accompagnato da un compratore cinese verso la sua postazione. Evidente l’interesse del cinese che, a quanto si racconta, avrebbe pagato quattro volte il prezzo della postazione del banco. Un’offerta alla quale il commerciante veneziano non avrebbe saputo rifiutare.
La compravendita tuttavia è diventata ben presto d’interesse pubblico e ha suscitato non poche polemiche, riportate anche dalla cronaca nazionale, perché al di là delle questioni private rappresenta una svolta epocale.
Si tratta infatti di un’attività, la vendita del pesce al dettaglio, che viene trasmessa di padre in figlio, al più da suocero a genero, ma che da sempre è un fatto di famiglia. I commercianti presenti con i loro banchi al mercato sono depositari dunque di un’antica tradizione che caratterizza anche dal punto di vista culturale e del costume l’attività e il mercato in sè, facendone meta turistica per il folclore tipico che si respira.
“Un patrimonio di tradizioni che rischia di essere compromesso – fa presente la presidente di Amic Paola Camuffo – e quindi di sparire. Dopo questo primo episodio infatti il timore è che, complice la crisi economica, l’offerta dei cinesi sia appetibile anche per altri commercianti”.
Oltre alla peculiarità del mercato in sè si teme che sia messa in discussione anche la peculiarità del prodotto con l’introduzione di varietà nuove che nulla hanno a che vedere con la tradizione della cucina chioggiotta e veneta.
Per questi motivi le associazioni dei commercianti di pesce autoctoni hanno sottoposto la questione al presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Hanno sollecitato misure a tutela del commercio tradizionale.
Una questione che non poteva lasciare indifferente il governatore che ha provveduto innanzitutto a rassicurare i chioggiotti dichiarandosi solidale con loro. Non ha potuto non constatare che si tratta di un fenomeno dei nostri giorni e diffuso anche nella realtà veneta. Ha promesso tuttavia il proprio impegno per garantire e tutelare l’identità d’origine di questa attività e del mercato ittico di Chioggia.
“L’episodio ha posto un problema – ha sottolineato l’assessore provinciale alle Attività produttive, Massimiliano Malaspina – non si tratta di discriminare gli stranieri ma di tutelare la tipicità di determinte attività tradizionali, fra le quali anche la pescheria comunale di Chioggia. Malaspina dunque ha annunciato l’introduzione di una norma per regolare l’ingresso di nuovi operatori nei mercati tipici locali, ispirata a quella in fase di elaborazione presso il Consiglio regionale della Lombardia.