giovedì, 25 Aprile 2024
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Incognite sul processo alla Soceic Srl

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Giunge al termine l’intricata vicenda che partì con il sequestro della discarica otto anni fa e che vedrà il Comune di Adria costituirsi parte civile nel processo penale nei confronti degli amministratori della Soceic Srl, la società che ha gestito l’impianto di discarica. Decisione presa recentemente dall’ormai ”defunta”giunta Barbujani, e che ha rappresentato l’atto finale dell’annosa vicenda di una discarica coltivata in modo discontinuo e non lineare, con diversi provvedimenti di sequestro ed ordini di rimozione di rifiuti non conformi alle tipologie autorizzate. Punto interrogativo su quali sviluppi processuali seguirà questa vicenda ora che la Città, commissariata dal vice prefetto Carmine Fruncillo, risulta ”ibernata” fino a primavera. Tutto ebbe inizio circa 8 anni fa, nel novembre del 2002 a seguito di un intervento dei Carabinieri scattato dopo una serie di appostamenti e sopralluoghi, che portò al sequestro della discarica per violazioni alla legge Ronchi. Ubicato presso l’area dell’ex Sideradria in un’area ampia circa 20mila metri quadrati e con un valore allora stimato sui cinque milioni di euro, l’impianto era in origine destinato ad essere utilizzato per le attività di bonifica del terreno contaminato, rinvenuto nell’ex stabilimento siderurgico e successivamente impiegato per lo smaltimento di rifiuti inerti non pericolosi. Seppur con una destinazione d’uso rivolta allo smaltimento di rifiuti dell’edilizia, avrebbe successivamente raccolto anche materiali non previsti, come scarti di bitume e/o residui di opere di asfaltatura, tutti materiali che richiedono un trattamento particolare e che non potevano essere raccolti e smaltiti in zona. Una situazione che aveva allarmato la popolazione e posto serissimi dubbi sull’utilità e l’opportunità di proseguire l’attività e sulla cui chiusura si erano fortemente battuti i rappresentanti del partito socialista Dante Bordin e Giovanni Giribuola, che avevano anche sottoposto la questione all’attenzione dell’ordine del giorno in consiglio.
A tutt’oggi l’impianto non è stato ancora completamente riempito poiché, al termine del periodo di validità dell’ultima autorizzazione, l’apporto era risultato sensibilmente inferiore a quello previsto e consentito che ammetteva lo scarico di un massimo di 45mila metri cubi di rifiuti inerti. Secondo i dati forniti nei mesi scorsi dall’assessore all’ambiente Giorgio D’Angelo, valutando lo stato di fatto della discarica, sembrerebbe mancare poco per la sua ricomposizione e ricoprimento finale.