venerdì, 29 Marzo 2024
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Federalismo fiscale, non sarà tutto oro

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Tanti amministratori ne tessono l’elogio, altri aspettano di capire cosa cambierà nelle gestione delle risorse a livello locale, altri ancora annusano una catastrofe imminente. Ma quali effetti avrà sui Comuni il federalismo fiscale? Qualcosa si evince dai dati elaborati dal senatore Marco Stradiotto, che si è preso la briga di fare i conti in tasca a tutti i Comuni del Veneto per capire chi guadagnerà e chi perderà dall’applicazione della nuova formula. Per quanto riguarda la Bassa padovana la perdita di risorse sarà netta.
A parte pochi casi fortunati come Legnaro, Brugine, Bovolenta e Piove di Sacco, che incamereranno qualcosa in più rispetto ad ora, per gli altri sindaci saranno dolori.
La rivoluzione è attesa per il 2014. Con l’attuazione del cosiddetto federalismo fiscale, attualmente in discussione alla commissione bicamerale istituita appositamente, ad ogni Comune verrebbero erogate quote del gettito derivante dai tributi sugli immobili situati nel territorio di competenza dell’ente e sulla base di fabbisogni standard. L’entrata derivante da ciò garantirà solo una parte dei fondi necessari al funzionamento degli enti locali. La vera autonomia finanziaria, la “seconda gamba”, da dove trarranno sostegno i sindaci, deriverà da una nuova imposta, chiamata Imu (imposta municipale unica), che raggrupperà le tasse che già pesano sugli immobili, ad esempio Ici, Irpef, la cedolare sugli affitti, la tassa di registri, di bollo, quella ipotecaria e catastale, ed entrerà in vigore dal 2014. Il decreto legislativo 292 prevede anche un’imposta municipale secondaria che sostituirà Tosap, Cosap, tassa sulla pubblicità e i canoni per gli impianti pubblicitari.
Anche per questa tassa secondaria (e facoltativa, in quanti la sostituzione con le modalità in vigore sarà a discrezione delle amministrazioni comunali) l’attuazione è prevista per il 2014. Queste sono comunque indicazioni di massima, molto dipenderà dalle aliquote che potranno applicare i singoli comuni.
Una cosa è certa: i Comuni con bassa densità abitativa saranno pesantemente penalizzati, salvo l’istituzione di correttivi, come già avvenuto in passato con i fondi perequativi.