giovedì, 28 Marzo 2024
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Porti, è necessario fare sistema per competere

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Il tema dell a portualità chioggiotta è molto sentito nel territorio e le varie forze politiche si stanno interrogando da tempo sul suo futuro e sul suo sviluppo. Sull’argomento si è svolta a Chioggia un interessante dibattito organizzato dall’associazione Nordestsudovest, dal titolo “La portualità dell’Alto Adriatico, quale futuro?”
Ad aprire il saluto del presidente dell’associazione, Alessio Molin, subito seguito dall’introduzione di Elso Resler; i vari relatori hanno poi spiegato, ciascuno con la propria competenza e metodologia, il proprio punto di vista. Un’ottima occasione per porre a confronto tecnici, esperti del settore, politici e rappresentanti delle varie realtà legate alla portualità presenti sul territorio.
Ad aprire ufficialmente gli interventi è il docente universitario Franco Migliorini, il quale ha incentrato il suo discorso sulla strategicità della nostra posizione in quanto l’alto Adriatico funge da naturale sbocco dei balcani; a seguire Franco Voltolina, in rappresentanza dell’Aspo di Chioggia; Angelo Zanellato, Presidente del Consorzio di Sviluppo Polesano e Porto Levante; Franco Sensini, Segretario Generale dell’Autorità Portuale di Venezia.
Questi ultimi si sono soffermati sulle loro singole realtà e le potenzialità degli scali portuali veneti sottolineando la necessità che questi facciano sistema tra loro.
Secondo gli esperti del settore, i nostri porti dovrebbero riuscire a competere, sul piano della qualità, con quelli del Nord Europa e favorire al contempo la loro integrazione con i porti sloveni e croati in modo da costituire uno dei principali hub europei.
“Uno dei possibili momenti di sviluppo della nostra portualità potrebbe essere rappresentato dal “porto offshore” da sistemare nell’Alto Adriatico e l’integrazione tra attività crocieristiche, delle autostrade del mare e del trasporto container delle merci. In un sistema portuale integrato ogni realtà potrebbe così avere un suo spazio”. Questa è una delle proposte raccolte con maggior entusiasmo e consenso.
Ovviamente è necessaria una piattaforma politica in grado di accogliere proposte e spinte innovative per far sì che queste divengano reali e concrete; a tal proposito sono stati chiamati a confrontarsi il consigliere regionale Lucio Tiozzo e l’assessore regionale alla mobilità e infrastrutture Renato Chisso.
L’analisi della situazione, affrontata da punti di vista differenti, ha evidenziato la comunione di intenti e di propositi tra le due parti politiche, in particolare per quanto concerne la messa a punto di un nuovo Piano Regionale dei Trasporti che indichi con chiarezza il ruolo e il futuro della portualità veneta in un contesto internazionale. I due si sono trovati inoltre concordi nel superamento del “piccolo e bello” perché, come hanno fatto notare, “se si vuol competere in un sistema globalizzato e in un economia portuale che si internazionalizza sempre più, non si può pensare di presentarsi sulla scena trasportistica ognuno per proprio conto. Occorre fare sistema e mettere in sinergia le singole realtà”.
La tavola rotonda si è chiusa con un obiettivo, semplice e fondamentale: mettere in relazione i vari porti dell’adriatico in modo che questi creino una reale rete all’interno della quale ogni singolo scalo sia messo nelle condizioni di esaltare le proprie peculiarità e specializzazioni.