venerdì, 29 Marzo 2024
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Trasporti pubblici, disservizi secolari

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Disservizi e lamentele. Che si tratti di Actv o degli autobus della Sita il risultato non cambia: pullman vecchi con gli scarichi che finiscono dentro il mezzo, pulizia approssimativa, corse troppo affollate, abbonamenti pagati per restare in piedi dalla partenza all’arrivo, aumenti delle varie tariffe, rallentamenti di vario tipo. Sono centinaia i pendolari chioggiotti — lavoratori praticamente in tutti i settori, studenti per lo più universitari… – che utilizzano a tutte le ore del giorno e della notte, da lunedì a domenica compresa, gli autobus per raggiungere Venezia, Padova e i paesi più o meno vicini a queste città. E ogni giorno sono lagnanze e mugugni tanto da aver ideato un gruppo in Facebook chiamato appunto “Utenti scontenti Actv — Sita” assai frequentato e con una varia documentazione. Tra questi “utenti-scontenti” troviamo Alessandro Penzo. “Noi paghiamo gli aumenti, ma i controlli sono certamente assai pochi e sono molte le persone che non possiedono né abbonamento né biglietto e questo danneggia tutti. Abbiamo già raccolto 300 firme inviate alle varie società che gestiscono questi trasporti, all’amministrazione comunale di Chioggia, ma anche a quella di Venezia, Padova, agli amministratori provinciali e regionali… Inoltre — aggiunge Penzo — sono già previsti, a causa dei tagli dei finanziamenti regionali, delle altre riduzioni di corse e quindi altri disagi per tutti”.
Si potrebbe utilizzare il treno. Chioggia è collegata con Rovigo, ma nessuna linea ferroviaria diretta né con Padova né con Venezia.
“E’ stato attivato un percorso Chioggia-Adria-Piove di Sacco-Venezia (o Padova…) — ci spiega Alessandro Penzo — che allunga i tempi per raggiungere sia Padova che Venezia. Ma questo spinge gli utenti a scegliere i vecchi servizi… con tutti i disservizi che ben sappiamo!”. E di tutto questo se ne parlava già più di cent’anni fa.
“Nell’Anno Accademico 1972/73 la laureanda Verbena Mantovani, facoltà di Magistero, nella sua tesi “I periodici di Chioggia nel primo ventennio dell’unità italiana e la cultura italiana contemporanea” — aggiunge Penzo, che si è premurato di compiere una ricerca nella biblioteca civica di Chioggia – fa cenno alle lamentele che sono seguite all’inaugurazione della linea ferroviaria nel 1880. Grazie alla ferrovia, scrivevano i periodici locali, Chioggia sarebbe dovuta uscire da uno “sterile isolamento”. Ma in molti già allora, più di un secolo fa, avevano manifestato perplessità su questo servizio che non permetteva il collegamento né con Padova, né con Venezia e neppure con lo stesso porto commerciale di Chioggia (che sarà realizzato molto più tardi…). Da allora molte promesse di generazioni di amministratori, ma la realizzazione di un collegamento più veloce e più sicuro — pensiamo alla famigerata strada statale 309 Romea – resta ancora un sogno. E per essere sicuri di arrivare in orario o ad avere almeno un posto libero in autobus… centinaia di lavoratori pendolari e studenti universitari continuano a disporre di servizi inadeguati, sono costretti a ritardi continui, ad alzarsi prima del previsto”.