giovedì, 28 Marzo 2024
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Imu, è tempo di pagare

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Si avvicina il fatidico giorno per il pagamento della prima rata dell’Imu: la scadenza è il 18 giugno, perché il 16 viene di sabato, e tutti i proprietari di terreni, immobili e fabbricati sono tenuti a versare l’acconto sulla nuova imposta che sostituisce l’Ici e porterà dolori soprattutto per chi ha seconde case, terreni, capannoni, negozi. A Conselve il sindaco riconfermato Antonio Ruzzon ora dovrà prendere le decisioni che aveva rimandato in primavera, vale a dire fissare le aliquote dell’Imu e approvare il bilancio. Come più volte affermato in campagna elettorale l’intenzione è quella di non gravare sulle tasche dei cittadini più del dovuto e di attenersi alle aliquote minime fissate dal Governo. “Ricordo che buona parte dell’Imu viene solamente riscossa dai Comuni – spiega Ruzzon – e va direttamente allo Stato. Noi facciamo solamente da gabellieri e nelle nostre casse resta ben poco. Abbiamo calcolato rispetto all’Ici un ammanco notevole, soldi che vogliamo recuperare senza mettere in difficoltà le famiglie che già devono fare i conti con una pesante crisi economica”. Sempre in campagna elettorale il Movimento 5 Stelle aveva proposto invece di dimezzare l’Imu, applicando per le prime case l’aliquota del 2 per mille in modo che praticamente nessuno si trovasse a pagare l’imposta. Una provocazione che ha trovato numerosi consensi ma che, secondo gli attuali amministratori, non è percorribile.
Per la prima casa infatti i Comuni del Conselvano che hanno già approvato le aliquote hanno scelto di tenere quella di base dello 0,4 per cento, che prevede oltretutto una detrazione fissa di 200 euro più 50 euro per ogni figlio fino a 26 anni. Quindi per un appartamento di medie dimensioni chi ha due figli potrebbe anche non pagare nulla, mentre chi possiede una bifamiliare si troverà a sborsare poche decine di euro.
Ma solamente per la prima casa e non più, come invece capitava con l’Ici, anche per le abitazioni concesse in uso gratuito a familiari, ad esempio figli o genitori. Una pratica piuttosto diffusa nella Bassa Padovana, dove sono numerose le giovani coppie che vivono nella casa ancora di proprietà dei genitori, oppure gli anziani, spesso rimasti soli, che cedono la casa al figlio e continuano a viverci. Ebbene, queste abitazioni d’ora in poi pagheranno l’aliquota più alta, dello 0,76 per cento, e non potranno beneficiare di nessuna detrazione. Un particolare che per tante famiglie si trasformerù in una bella mazzata. “Graziati”, si fa per dire, gli anziani che si trovano in casa di riposo ma sono proprietari di un’abitazione, per loro continua a valere come prima casa.