giovedì, 28 Marzo 2024
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Sotto tutela solo parte degli argini e delle lagune

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Sul parco le divisioni, le idee, i punti di vista, sono molteplici e differenti. Ci sono i politici, i cacciatori, i pescatori, gli agricoltori, ognuno con la propria visione. E c’è Legambiente, che conosce l’argomento in modo approfondito e non fa mancare le sue considerazioni in merito. Giorgia Businaro, direttrice di Legambiente Rovigo, definisce innanzitutto le aree che rientrano nel parco, per sfatare alcune dichiarazione di chi, il parco, proprio non lo vuole. “L’opposizione al Parco nasce come “cacciatori contro ambientalisti”, Con la LR 36/97, che ha istituito il parco, è stata approvata anche una cartografia temporanea del parco, definibile “a macchia di leopardo” (frutto di una lunga contrattazione politica e non tecnica) e deve essere chiaro che nessun centro abitato è incluso nel parco, pertanto le attività edilizie non possono essere bloccate dal parco; le aree agricole sono pochissime, marginali lembi abbandonati, pertanto nessuna attività agricola è bloccata dal parco; le aree periurbane, industriali, di sviluppo, sono fuori dal parco. Insomma nel parco non abita nessuno e nessuna attività edilizia è mai stata bloccata dall’Ente parco. Allora qual’è l’area del parco? “Golene, rami del fiume, alcune lagune, il 50% delle superficie delle valli e dagli scanni, fatta salva una fascia di 30 metri”. Ovvero le aree che interessano ai cacciatori.
I cacciatori dunque sono la categoria che più detesta l’ente parco, ma non solo. Ma ci si domanda davvero come il parco può divenire un’opportunità per il territorio e quali siano le proposte che si dovrebbero avanzare per rendere questo più attrattivo? Per Businaro “Oggi vince chi fa sistema, chi è in grado di stare sul mercato ed offrire una rete di servizi capillari. Il turista, la famiglia che arriva, cerca da casa i servizi offerti da un sistema territorio perché cerca in poco tempo di fare molto. Il parco deve promuovere le offerte diversificate delle spiagge (da Rosolina a Scanno Boa), degli alloggi, dei locali, e le offerte sportive (bici in parco, cavallo, pesca sportiva, giri in barca, barche a vela, giri in canoa, tour sugli argini), dovrebbe veicolare e coordinare le offerte serali, le sagre, concerti, animazioni estive (che peraltro finanzia).
Lo scorso anno a Rovigo Legambiente mostrò calcoli che dimostravano che con un decimo dell’investimento previsto per il carbone si sarebbe potuto investire in efficienza energetica nei settori dell’edilizia residenziale e commerciale, ricavando un impatto occupazionale oltre 10 volte superiore a quello della centrale a carbone. “Tale scelta” spiega la direttrice, “avrebbe messo/potrebbe mettere in moto le piccole e medie aziende del Polesine che lavorano in edilizia, nel manifatturiero, potrebbe attivare una filiera produttiva di materiali innovativi per la riqualificazione energetica degli edifici usando risorse agricole oggi trascurate (la cannuccia di palude) o abbandonate (la canapa)”. Quanto fosse praticabile tale ipotesi lo dimostra lo studio della Camera di commercio di Rovigo sulle rinnovabili presentato lo scorso anno e lo studio sull’edilizia sostenibile del sindacato degli edili Cgil, la Fillea, sempre dello scorso anno.