giovedì, 28 Marzo 2024
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Appiedati e arrabbiati

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Settembre, tempo di rientri, ma anche di disagi soprattutto nei trasporti. Se per il collegamento tra Vigonza e l’ospedale di Camposampiero, finalmente si tira un sospiro di sollievo, non altrettanto potrà avvenire per quello tra Perarolo e il capolinea del 18 a Ponte di Brenta. Quest’ultima linea è tra quelle storiche del servizio di trasporto urbano della città di Padova, tra le prime a essere istituite.
E così la notizia ha avuto sui tanti pendolari l’effetto della classica doccia fredda. Da poche settimane, infatti, è stato soppresso il servizio di collegamento tra frazione e capolinea del bus cittadino. La decisione è stata assunta dal Comune. Le motivazioni? “I tagli alla spesa pubblica previsti dalle vigenti normative — è la riposta degli amministratori – non ci consentono di attivare per l’anno scolastico 2012/2013 il consueto servizio di bus navetta fra le frazioni di Busa-Perarolo e il capolinea del 18”.
I cittadini delle due frazioni bistrattate non ci hanno pensato un attimo decidendo di mobilitarsi in vari modi. ЀCome prima azione è stato subito costituito un Comitato di pendolari che si è dato il nome di “Appiedati al Via”. Il neonato Comitato ha manifestato a più riprese le proprie proteste e il proprio disappunto contro la soppressione chiedendo il ripristino del servizio.
Gli aderenti hanno dato vita a numerose iniziative, da lettere raccomandate ai vari interessati fino a una marcia pacifica di protesta. Durante il corteo studenti e lavoratori pendolari hanno percorso le vie delle due frazioni, sostando a ogni fermata del bus, per protestare contro la decisione della giunta comunale.
Quest’ultima continua a ripetere di avere le mani legate e di essere stata costretta, suo malgrado, ad azzerare il servizio perché non più in grado, a causa dei tagli alla spesa pubblica, di far fronte al costo del servizio che ammonterebbe a circa 90 mila euro per nove mesi di gestione Actv.
I pendolari hanno chiesto al primo cittadino di Vigonza, Nunzio Tacchetto di aprire un tavolo congiunto attorno al quale siano chiamati a confrontarsi maggioranza e opposizione insieme ai sindacati e alle associazioni maggiormente rappresentative della popolazione direttamente interessata dai disagi conseguenti alla soppressione. A essere maggiormente penalizzati di sicuro ci sono le persone anziane, quelle diversamente abili e, proprio in avvio di nuovo anno scolastico, purtroppo numerosi studenti.
“Certo, capiamo il Comune, comprendiamo che deve far quadrare i conti alle prese con tagli ingenti che impongono di stringere la cinghia — concludono i pendolari -, ma le “sforbiciate” dovrebbero sempre presupporre un confronto tra le parti, un dialogo fra tutti i soggetti interessati, tra istituzioni che pagano il servizio, enti che lo gestiscono e cittadini che ne usufruiscono”. La richiesta del Comitato è quella della convocazione di un tavolo congiunto attorno al quale partecipino in prima linea anche Aps e Actv. L’impatto nuovo che ci sarebbe sul traffico, con la circolazione di mezzi privati al posto di quelli pubblici, un aumento del traffico veicolare e dell’inquinamento. “Danni e costi, poi, non sarebbero solo sociali, ma anche di carattere economico — concludono i pendolari — visto la vocazione produttiva dell’intera zona che verrebbe privata di un servizio usufruito anche da tanti lavoratori”.