La nuova partita che riguarda la neonata azienda che gestisce i rifiuti in Polesine, Ecoambiente, si giocherà sul campo della sua eventuale privatizzazione. Una delle ultime iniziative del Governo, Berlusconi prima della sua capitolazione lo scorso novembre, riguardava infatti l’obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici locali. In poche parole la gestione dei servizi poteva essere affidata a società pubblliche solo se in quota parte erano partecipate anche da partner privati. Al tempo la contestazione all’operazione fu veemente, anche perché seguiva a di qualche mese il referendum sui servizi pubblici. Lo scorso luglio, tuttavia, la Corte Costituzionale ha definitivamente dichiarato nullo l’art.4 della manovra del governo Berlusconi. La notizia è stata accolta con esultanza dalla Federerazione della Sinistra polesana che immediatamente ha chiesto che in Polesine venisse bloccato ogni tentativo di privatizzazione, anche parziale, dei servizi pubblici. “E necessario modifficare il previsto bando di gara sui rifiuti — ha commentato Lorenzo Feltrin, portavoce della Fds – stralciando la cessione del 40% delle quote della nuova società, per far sì che questa rimanga totalmente in mano pubblica. In secondo luogo, sia per Ecoambiente, sia per la Polesine Acque, occorre procedere alla loro trasformazione in aziende speciali, chiudendo così definitivamente, ogni tantativo di introdurre logiche di profitto sui beni comuni e garantendo maggiore trasparenza a controllo nella loro gestione. Del resto è arcinoto — ha precisato lo stesso Feltrin — che lo scopo delle aziende private è fare utili mentre per i cittadini sarebbe importante che tali utili rimanessero bassi così da non incidere sulle tariffe”. Poco propenso alla privatizzazione di Ecoambiente si è detto anche il segretario provinciale della Cgil Fulvio dal Zio che con una lettera inviata ai nuovi rappresentati della società ha fatto conoscere tutte le ragioni della propria contrarietà. “La nostra posizione è totalmente contraria a qualsiasi privatizzazione — spiega nella missiva – anche parziale, del settore. Non c’è più un obbligo privatizzare lo dicono i referendum popolari e la Corte Costituzionale. La trasparenza nei percorsi di privatizzazione, da tutti richiesta, la otteniamo molto facilmente: chi ora politicamente sta gestendo il processo dimostri questa trasparenza perseguendo una strada completamente pubblica. Ecoambiente e la gestione della discarica può e deve rimanere pubblica. Riteniamo tale scelta la soluzione più idonea per assicurare la qualità dei servizi ai cittadini, il controllo delle tariffe, il mantenimento dei livelli occupazionali e non ultima una maggiore garanzia ambientale. E forse, chissà, una maggior condivisione politica”.
La gestione dei rifiuti non venga privatizzata
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Giorgia Gay
Giornalista professionista, nata sulla carta ma con un'anima social e una passione per le web news
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