venerdì, 29 Marzo 2024
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L’imposta vira verso l’aumento

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Imu, i principali comuni del veneziano vanno in ordine sparso , ma puntano decisamente al rialzo dell’aliquota, in modo contenuto per la prima casa, in modo sostanzioso per la seconda. Partiamo da Venezia comune capoluogo e “capitale” anche della futura Città Metropolitana. Il sindaco Giorgio Orsoni chiarisce che è sua intenzione mantenere il livello dell’Imu 4 per mille sulla prima casa e del 10,6 sulla seconda. ”Non vorremmo ritoccare le aliquote – ha detto Orsoni – ma…c’è un ma. Chi a Roma sta facendo i calcoli per la ridistribuzione del gettito, basato sull’Ici pagata nel 2009, avrebbe scoperto che avremmo ricevuto più di quanto ci spettava e vorrebbe ora darci meno sul previsto. Insomma sono pronti a farci brutte sorprese. Per ora, comunque, in vista della variazione di bilancio, confermiamo le aliquote annunciate”. Nel totale delle nuove entrate introdotte con l’imposizione, l’88,54 per cento però rimane a Roma. Orsoni ha chiarito che la tanto decantata richiesta di uscita dal Patto di Stabilità “se permetterebbe al Comune di attingere alla “dote” degli accantonamenti, lo esporrebbe a conseguenze pesantissime dal prossimo anno, con l’impossibilità, ad esempio, di accendere anche un solo nuovo mutuo e il blocco totale delle assunzioni”. Passando agli altri comuni come ad esempio Chioggia che è il secondo della provincia per popolazione, l’aliquota dell’Imu è stata portata al 10.6 per mille ad esclusione delle prime case e degli edifici rurali. Il rincaro colpisce prevalentemente le seconde case o di immobili e uffici ad uso commerciale. La manovra economica è servita a ripianare la mancanza di un milione di euro nelle entrate, dovuta a nuovi tagli e trasferimenti statali e a minor incassi di Imu e oneri di urbanizzazione rispetto a quanto ipotizzato nel bilancio di previsione. Anche a San Donà si va nella direzione del rialzo: sarà 4,5 per mille per le prime case e l’8,7 sugli altri immobili. L’obiettivo ha ribadito il sindaco Francesca Zaccariotto in consiglio è non penalizzare le prime case e le famiglie già gravate da spese di ogni genere e dalla crisi. Altro importante comune del litorale: Jesolo. Anche qui la stangata è sulle seconde case. Sulla prima il comune azzera l’Imu. Il 2 per mille inizialmente previsto sulle prime case sarà infatti azzerato. L’Imu sarà al 9,6 per mille per le attività produttive e al 10,6 per mille per le seconde case, che costituiscono una larga parte delle abitazioni nella città balneare. Il Comune di Cavallino-Treporti grazie all’imposta di soggiorno ed alla Ztl non aumenterà l’Imu che rimarrà invariata al 4 per mille per la prima casa e al 7,6 per mille per le seconde case e le attività produttive. A Caorle aliquota al 3 per mille sulle prime case e al 9,5 per le seconde. In Riviera del Brenta il caso Mira, il comune più popoloso del comprensorio guidato dalla giunta grillina del sindaco Alvise Maniero. L’imposta sulla prima casa passerà dal 4 per mille al 4,4 per mille. Fra le misure “sociali” messe in atto dalla giunta del Movimento 5 Stelle, la riduzione, dall’8,2 al 6 per mille, per le abitazioni date in affitto a canone concordato, mentre si è inasprita fino al 10 per mille la tassazione per quelle sfitte. Nel comprensorio del Miranese, a Mirano, l’imposta è scesa per la prima casa dal 5,5 al 5,3, per gli altri immobili dal 10 al 9,8 per mille. A Spinea sale, dal 4,5 per mille si passa al 5 per mille, innalzamento che comporta per i circa 9.200 contribuenti per la prima casa un aggravio medio di circa 40 euro. Nessuna modifica infine alle aliquote Imu per i cittadini di Salzano. Sulla prima casa sarà applicato lo 4 per mille e il 7, 6 per mille sulla seconda ma se dovesse essere sfitta, si sale all’10,6 per mille, ancora una volta il massimo. Questo per favorire anche qui la politica degli affitti in favore di chi non ha i requisiti per accedere ad un mutuo.