sabato, 20 Aprile 2024
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Mezzi pubblici e verde, punti deboli della città

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Se le città del passato venivano qualificate in ragione dei servizi, ora a questi si devono aggiungere anche i dati relativi alla qualità ambientale per una valutazione precisa della vivibilità dei centri urbani. Insomma, una volta era la vicinanza alla posta, al centro commerciale o ai mezzi di trasporto pubblico a costituire valore residenziale, ora lo sono anche l’aiuola, la pista ciclabile, la rampa per il portatore di handicap. E se Ottaviano Augosto duemila anni fa poteva vantarsi di avere trovato all’inizio del suo regno su Roma “una città di mattoni e di averla lasciata di marmo” i sindaci dei nostri comuni devono, ora invece preoccuparsi di lasciare al termine del loro mandato città sempre più verdi e a dimensione d’uomo. Ne è convinta Legambiente che ogni anno insieme a Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, stila una speciale classifica “Ecosistema Urbano” dove vengano indicati i comuni più virtuosi dal punto di vista urbano. La lista prende in considerazione vari aspetti della vita in città: dalla rete idrica alla qualità dell’aria, dai trasporti pubblici alle piste ciclo-pedonali, e in quella redatta quest’anno il comune di Rovigo non brilla. Figura 84esimo in un ranking di 104 capoluoghi e nel 2000 era 23esimo. Nel rapporto pesa, ad esempio, la raccolta rifiuti che non essendo porta-a-porta vale un 85esimo posto (mitigato in parte dalla diferenziata che supera il 60%); la rete idrica, in virtù delle sue numerose perdite, vale invece un 54esimo; mentre la rete ciclabile rodigina occupa la 47esima piazza. La città sprofonda decisamente nelle retrovie quando si parla di mezzi pubblici, 93esimo posto, isole pedonali, 92esimo posto, e ambiente, 82esimo posto, il che costituisce un paradosso per un capoluogo piccolo e di campagna e un campanello dall’arme visto che non risulta essere buona nemmeno la qualità dell’aria. A tal proposito sembra significativo l’appello lanciato qualche giorno fa dal consigliere del Partito Democratico, Vanni Borsetto, in merito Parco Langher. “La Conferenza dei servizi in programma nei i prossimi giorni — spiega in un comunicato – dovrebbe valutare a fondo quanto sia rischioso far convivere per il futuro un tratto viario imponente come il Passante Nord a stretto contatto con una fetta di città come il quartiere Commenda. E’ riduttivo pensare che la soluzione sia solo e unicamente quella che passa sopra il Parco. In molti luoghi e città del nostro paese la concertazione ha spesso portato a soluzioni ragionate e condivise anche in situazioni ben più difficoltose.
Nella fattispecie esistono soluzioni già prospettate da tempo e sposate anche dalla precedente Giunta di centrodestra: la soluzione alternativa esiste come quella di spostare il tracciato a nord del Ceresolo per far confluire il traffico di fronte al centro commerciale l’Aliper. Hanno ragione gli ambientalisti a chiedere tempo e soluzioni alternative. La decisione per un opera con costi importanti e che prevede la soppressione di uno dei polmoni verdi della città e dell’intero tratto verde che protegge il quartiere Commenda non può essere presa in fretta. Se vivessimo altrove nessuna amministrazione si sognerebbe di far percorrere un tratto simile con traffico sostenuto. A maggior ragione dopo che in passato ne è stata respinta ogni ipotesi di intervento edificatorio a tutela della zona. Fretta e miopia non devono sostituirsi alla ragione in una della parti della città da valorizzare e riqualificare soprattutto per le generazioni future”.