venerdì, 29 Marzo 2024
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Il Muson rischia di inondare il paese

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Detto e puntualmente verificato. Mirano col fiato sospeso lo scorso novembre per la piena del Muson. Il livello del fiume che attraversa il centro storico è arrivato a lambire la strada al ponte delle Barche, tracimando in alcuni punti al parco Belvedere, chiuso in anticipo sull’orario canonico, mentre in piazza si svolgeva il Zogo de l’oca con un occhio alla manifestazione e l’altro al fiume. A freddo, non è azzardato affermare che Mirano, stavolta, ha davvero rischiato di finire sotto. Erano anni che non si arrivava al limite come in questo caso, e la stagione delle piogge non è ancora passata. Evento eccezionale? Nemmeno per sogno. Pesa come un macigno la denuncia dei mesi scorsi del Comune e di Italia nostra, tornate più volte a puntare il dito contro le condizioni del bacino dei Molini di Sotto, completamente ostruito da terra di riporto e rifiuti, senza alcun sfogo per le piene. Il Comune aveva scritto all’ente territoriale a fine estate, allegando alla richiesta di intervento urgente una preoccupata relazione tecnica in cui paventava il rischio di gravi danni al patrimonio in caso di piena del Muson, nel tratto in cui il fiume forma il bacino. “La folta vegetazione formatasi oltre all’interramento parziale del bacino – scriveva il Comune – provoca il mal funzionamento idraulico del sistema, determinando un serio rischio di esondazione del fiume con conseguente allagamento di tutto il centro storico di Mirano”. Il Genio civile si è detto pronto a intervenire e potrebbe destinare alla risoluzione del problema e alla sicurezza idraulica del bacino delle Barche i primi 500 mila euro, ma il problema, ancor prima delle risorse, sono i tempi. I lavori infatti non potranno cominciare prima del 2013, Pavanello però ha chiesto di effettuare subito almeno la pulizia e lo sfalcio del bacino e delle rive. La piena di San Martino chiede a questo punto di farlo subito. Il problema principale che rischia di mandare in crisi il cuore della città è l’isolotto formatosi negli ultimi anni sul lato sud del bacino, verso la pescheria e che a livello del Muson ostruisce gran parte del deflusso del fiume verso il ponte delle Barche. “Gli infestanti – prosegue il Comune – che oramai stanno assumendo dimensioni consistenti hanno provocato dissesti al muro di sostegno del piazzale pescheria. Una prolungata trascuratezza del fenomeno potrebbe provocare anche un rilevante rischio statico ai presidi di sponda, se poi si aggiunge un’eventuale ondata di piena provocata da forti precipitazioni, si potrebbe assistere a una rimozione dell’isolotto formatosi nel bacino e la relativa massa di fango e ramaglia potrebbe provocare il dissesto dello storico ponte delle barche”. Insomma la situazione appare grave. Anche Italia Nostra aveva diversi mesi fa lanciato l’allarme: “La situazione è grave – spiega il rappresentante dei soci miranesi Adriano Marchini, – sia per le condizioni dell’ex opificio, sia per il delicato controllo idraulico del sottostante sistema di regolazione delle acque, a rischio per lo stato di abbandono in cui si trova l’edifico”.