venerdì, 29 Marzo 2024
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Orte-Mestre, il Cipe rinvia

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Per ora è stato accantonato l’accoglimento del progetto preliminare della Orte-Mestre, ossia la superstrada a pagamento prevista per il collegamento del Porto di Civitavecchia con la A4 e il Passante di Mestre. La nuova “Autostrada del Sole”, come la chiamano alcuni, o Romea commerciale, come la definiscono altri alludendo allo strategico ruolo che avrebbe per la mobilità su gomma nel Nord Est, non ha avuto l’ok del Cipe (sigla che indica il Comitato interministeriale per la programmazione economica) riunitosi lo scorso 18 marzo. Per il lungo nastro d’asfalto di 400 chilometri pareva dovesse essere un passaggio risolutivo ma così non è stato, con somma soddisfazione dei comitati della Riviera del Brenta che da quasi 10 anni si battono strenuamente contro la realizzazione dell’opera, preoccupati dall’impatto ambientale che avrebbe sul loro territorio. Non solo qui, a dire il vero, il lungo serpentone rischia di essere una minaccia: investendo 11 province e 48 comuni con 139 km di ponti e viadotti, 64 km di gallerie, 20 cavalcavia, 226 sottovia, 83 svincoli, il parere di molte associazioni ambientaliste italiane pare coincidere nella facile conclusione di un’inevitabile impatto su zone di interesse storico, paesistico, ambientale come ad esempio il Parco del delta del Po, le Valli di Comacchio e Mezzano, la Riviera del Brenta, il Parco delle Foreste Casentinesi e le valli dell’Appennino centrale. Il rinvio del Cipe, tuttavia, non ha insistito sugli aspetti paesaggistici che verrebbero messi a rischio dall’opera infrastrutturale, è stato invece un rimando tacito, concretizzatosi con l’esclusione dell’argomento dall’ultimo ordine del giorno dell’assise. Una scelta che secondo l’assessore veneto alla Mobilità, Renato Chisso, è da interpretarsi nella necessità di approfondire il permanere tra le disponibilità degli incentivi fiscali previsti dalla legge 183/2011, ossia le agevolazioni che avevano permesso al Governo Monti, al momento del suo insediamento, di inserire la Orte-Mestre tra le opere prioritarie da realizzare in project financing. A palazzo Chigi, infatti, avevano fatto conto di queste risorse in quanto la loro accessibilità, stiamo parlando di un 1,5 miliardi di euro, sarebbe stata di sicuro agio per promotori e banche, senza contare che avrebbero inoltre costituito ossigeno che per il rilancio delle opere pubbliche, asfissiate dalla crisi e dal patto di stabilità. Tuttavia sarebbero state un agio, non l’aiuto risolutivo: il costo della Orte-Mestre, infatti, si aggira attorno ai 10 miliardi di euro, una somma che resta difficile da reperire anche ottenendo il 10% di sconto. D’altro canto, per un governo in carica al quale è affidato il solo compito del disbrigo degli affari correnti, non è semplice nemmeno concedere il via libera a procedere ad un’opera di queste dimensioni. Quindi tutto congelato. Forse la scelta del Cipe è stata quella di attendere tempi migliori. Al momento, infatti, non è ipotizzabile l’accantonamento della Orte-Mestre, sia dentro che fuori dal Veneto sono in molti a pensare che una sua realizzazione potrebbe essere la chiave per il rilancio dello sviluppo, il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi e il Presidente della Provincia di Forlì-Cesena Massimo Bulbi, per esempio, hanno caldamente auspicato la realizzazione del nastro d’asfalto e a Ravenna il vicesindaco Giannantonio Mingozzi vede nell’autostrada il naturale collegamento tra il porto di Venezia a quello di Ravenna. Anche all’interno dei confini regionali gli interessi si intrecciano con i progetti. Non va dimenticato che a Dolo, attorno alla Romea Commerciale e alla ‘Camionabile’, nasce il titanico progetto di Veneto City, quasi 2 milioni di metri cubi di nuove costruzioni, e il polo logistico di Dogaletto o ancora il porto logistico off shore che da tempo rimbalza tra la laguna veneziana e quella che fronteggia il Delta del Po. Ad Adria, inoltre, la Orte-Mestre dovrebbe incrociare la Nogara-Mare, l’altro grande progetto di strada a pagamento in project finacing per la cui realizzazione è previsto un impegno di spesa che si aggira attorno ai due miliardi di euro, e ancora: più giù, verso l’Umbria, è l’Ikea a spingere per ottenere un vasto slargo a ridosso della nuova grande superstrada per un investimento che ha molti zeri e la promessa del rilancio dell’occupazione: una manna per un Paese che fa fatica a rialzarsi e che ha sempre concesso molto a chi è venuto nel nome del lavoro.