venerdì, 29 Marzo 2024
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Ultime speranze per la riconversione

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Per dieci anni il destino della centrale Enel di Polesine Camerini è stato l’argomento principale in sede politica, a prescindere dalla scadenze elettorali. Un altro voto amministrativo si avvicina e la situazione non è cambiata di molto. Anzi, sembra non essere cambiata proprio per niente: la centrale rimane lì dov’è, così com’è, destinata a far parlare ancora durante la corsa per il nuovo consiglio comunale. Di diverso c’è solo l’atteggiamento con cui le forze politiche dovranno approcciare il problema, in un momento in cui l’ottimismo sembra essere ridotto ai minimi termini. A testimoniarlo ci sono le malinconiche dichiarazioni di Emilio Oriboni, di Consorzio Polesine: “Se le cose non cambiano entro il mese di aprile non avremo più la possibilità di accendere la luce al mattino negli uffici del Consorzio e miseramente diremo addio al progetto riconversione a carbone di Porto Tolle, buttando la spugna dopo nove anni di battaglie. Siamo a marzo 2013 e tutto è ancora fermo immobile nel pantano. Continuo a credere, forse sarò ormai l’unico nella Provincia se non nel Veneto, che oggi non ci sono alternative: l’avvio del cantiere Enel per la trasformazione a carbone della centrale di Polesine Camerini potrà davvero risolvere i problemi cronici dell’economia Polesana, avviando un ciclo virtuoso che porterà uno sviluppo di cui godrà tutta la popolazione”. Nel frattempo la notizia riguardante l’archiviazione (riguardante alcuni alti dirigenti di Enel) delle accuse di abuso d’ufficio per i commissari regionali e del ministero dell’Ambiente per la Valutazione di impatto ambientale (Via), ha riacceso le polemiche. Secondo il Comitato lavoratori della centrale le indagini hanno contribuito a far perdere tempo prezioso per la possibile riconversione: “Era il 2009 quando il presidente della commissione ministeriale Via, Claudio De Rose, lamentava al ministero dell’Ambiente la persistenza di ‘condizionamenti esterni che rendono impossibile esprimere il parere’ sul progetto di conversione a carbone della Centrale di Porto Tolle, sottolineando così ‘la gravita dell’intervento esterno’ della Procura di Rovigo. Nel frattempo noi lavoratori viviamo i trasferimenti in altre sedi, i pre-pensionamenti si avvicinano e intanto guardiamo crescere le importazioni di carbone in Italia e nel resto d’Europa, perché le centrali a carbone sono le uniche a funzionare a pieno regime, nonostante la crisi. Ci sentiamo presi in giro, da un Paese che toglie opportunità invece di farle crescere”. Di recente anche il sindaco, Silvano Finotti, giunto agli sgoccioli del suo secondo e ultimo mandato, è tornato a esprimersi sul capitolo Polesine Camerini, non nascondendo un certo sconforto: “Siamo al palo e non sappiamo più in che modo fare capire ad Enel che se non partono i lavori di demolizione o manutenzione, chiuderanno consorzi ed imprese e saranno buttati i soldi delle qualifiche pretese dall’azienda energetica”.