venerdì, 29 Marzo 2024
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Cinque nomi per il municipio

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L’elezione del successore di Silvano Finotti si annuncia come un rompicapo di difficile risoluzione: nei dieci anni di mandato del sindaco uscente il panorama politico si è fatto più frazionato e inquieto, tanto che alle elezioni dei prossimi 26 e 27 maggio saranno cinque le liste a disposizione della scelta dei cittadini portotollesi. Sulla falsariga di quanto accaduto a Roma, anche a Porto Tolle il Partito Democratico è andato in frantumi alla prima conta utile: il partito, già indebolito dalle polemiche scaturite con le primarie nazionali, è piombato nel caos all’indomani delle primarie di coalizione che hanno sancito la vittoria di Claudio Bellan. I contendenti sconfitti, Roberto Pizzoli e Silvana Mantovani, hanno scelto a sorpresa di abbandonare il “Patto dei progressisti e moderati” per creare una lista antagonista con Pizzoli candidato sindaco e che può contare sul supporto del Pdl dell’assessore Raffaele Crepaldi, oltre che del Partito Socialista e di un gruppo di transfughi del Pd come l’assessore Angelo Stoppa e Dino Ravara. Una vera e propria scissione che ha causato le ire di Bellan, tanto da indurlo a bollare come “atto di miseria politica” la scelta di Pizzoli e Mantovani. Attorno al Pd gravitava anche il renziano Giacomo Bovolenta che assieme a un gruppo riconducibile a Sinistra Ecologia e Libertà ha messo in piedi la lista “Adesso per Cambiare”: Bovolenta non ha preso parte alle primarie di coalizione, preferendo fin da subito l’opzione personale. Gli elettori di centrosinistra avranno quindi l’imbarazzo della scelta, a maggior ragione con la presenza di “Porto Tolle a Sinistra”, lista che vede il giovane Angelo Motta come candidato sindaco. Quinto incomodo, si fa per dire, il Movimento Cinque Stelle con il candidato Massimiliano Battiston: i grillini hanno fatto il pieno di voti in occasione delle elezioni politiche (arrivando a quota 1.800) e puntano a giocare la parte degli outsider di lusso nella competizione portotollese. Con lo scenario attuale è difficile pensare a una vittoria al primo turno di uno degli schieramenti in campo: l’eterogenea coalizione di Claudio Bellan, comprendente Pd, Udc e gruppi civici riconducibili al centro, viene data per favorita, ma sconta inevitabilmente l’indebolimento provocato dalle uscite eccellenti dei suoi ex compagni di viaggio.