Situazione casa, è emergenza in Riviera del Brenta e nel Miranese. Ci sono quasi 500 sfratti da risolvere con 250 casi nuovi ogni anno, che si aggiungono a quelli vecchi. Le cifre preoccupanti della crisi che morde le famiglie nell’area della Riviera del Brenta e del Miranese, non lasciano certo allegri gli amministratori pubblici. Resta poi aperta la questione dei tanti alloggi sfitti perché invenduti, conseguenza della bolla immobiliare degli anni scorsi. A parlarne, denunciando la situazione è il sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri, presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13. Livieri racconta una situazione complessa. “Il dramma degli sfratti – spiega – è originato negli ultimi 12 mesi, soprattutto da gente che perdendo il posto di lavoro non riesce più a pagare il mutuo e le banche fanno partire le procedure di pignoramento del bene. I nuovi casi di sfatto sono una ventina al mese, di questi 15 circa arrivano da mutui non pagati e 5- 6 da morosità nel pagamento dell’affitto. Nel primo caso i protagonisti sono soprattutto giovani coppie italiane e famiglie monoreddito o operaie, nel secondo stranieri che non ce la fanno più a mantenere i propri cari nel nostro paese e che per prima cosa fra il non fornire il cibo e pagare l’affitto, preferiscono rinunciare a saldare la seconda incombenza”. Ai 250 nuovi sfratti annui se ne aggiungono in questo momento altrettanti. giacenti con le proroghe dagli anni precedenti”. Da quando è partita la crisi nel 2008 a restare senza casa sono state oltre un migliaio di famiglie, ma il brutto è che il trend va sempre più aumentando. I paesi più in sofferenza nel comprensorio sono quelli di Mira, Dolo, Stra, Mirano, Scorzè, Spinea e Martellago. E sono sempre più gli italiani disperati. Gli enti locali allargano le braccia non riuscono a far fronte alle richieste. A Mira casi di sfratto esecutivo sono pronti a scoppiare a decine nel giro dei prossimi mesi, se la situazione economica non migliorerà. Poi ci sono i dati sul lavoro che di aggiungono a complicare ancora di più le cose. Gli ultimi dati indicano che quasi il 30 % dei giovani disoccupati fra i 18 e i 30 anni, in Riviera e Miranese da più di un anno il lavoro non lo cercano nemmeno più. E questa è una tendenza che sta proseguendo da circa 5 anni ininterrottamente. “L’emergenza casa – spiega il presidente della Conferenza dei Sindaci – non è di facile soluzione. I comuni di fatto a chi non ha più un lavoro devono pagare per tre quarti l’affitto, visto che case popolari nuove e in costruzione non ce ne sono. Questo non è possibile perché i bilanci degli enti locali sono già colpiti dai tagli ai trasferimenti”. Insomma, all’emergenza pare non ci sia soluzione. Ci sono poi stime impressionanti sull’aumento della povertà. La popolazione della Riviera e del Miranese in situazione di difficoltà è triplicata. Si è passati dal 5%, al 15 % di cittadini che bussano alle porte dei Comuni nel giro di 5 anni. Su circa 250 mila abitanti nei 17 comuni, più di 35 mila persone chiedono aiuto, o saranno nelle condizioni di dover chiedere aiuto alle strutture di assistenza nei prossimi mesi. Di questi quasi 7 mila sono stranieri. “Tantissimi stranieri – conclude Livieri – stanno decidendo di lasciare il nostro paese per tornare a quello di origine, ma più spesso se ne vanno verso paesi europei in cui la crisi non si è mai fatta sentire come in Italia. Si assiste invece anche al fenomeno dell’emigrazione dei giovani verso posti come il Canada, l’Australia, la Germania”. Intanto non mancano dei paradossi. Gli appartamenti sfitti in Riviera e nel Miranese sono circa 6500 a cui se ne aggiungono altri 4000 in vendita da parte delle aziende costruttrici ormai da anni in panne con un mercato edile bloccato. Le unità Ater a disposizione, da risistemare sono una ottantina inel comprensorio. E’ chiaro che bisogna lavorare a livello comprensoriale per mettere in circolazione questo patrimonio a prezzi non esorbitanti, vista anche la crisi. Ottimo sarebbe trovare un accordo con i proprietari per fare ad esempio affitti agevolati, annullando il pagamento dell’Imu sull’immobile. Ma questo finora non è successo. I comuni poi possono comprare aree agricole da destinare alla realizzazione di edilizia agevolata per l’emergenza abitativa in cui il costo del terreno in questo caso sarebbe il 20% di quello sul mercato, ma devono agire tutti assieme e non in ordine sparso.
Emergenza casa, centinaia gli sfratti
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Giorgia Gay
Giornalista professionista, nata sulla carta ma con un'anima social e una passione per le web news
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