martedì, 16 Aprile 2024
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Solo le udienze proseguono, il resto è tutto fermo

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La loro situazione è grottesca. E non è bello che un lavoratore si trovi costretto a fare le spese di una condizione creata dai politici, o, meglio, dall’inerzia dei politici. I dipendenti del ministero della Giustizia in servizio al tribunale di Adria, infatti, sono quasi costretti a una inattività forzata.
Se, infatti, le udienze proseguono, comunque a scartamento ridotto, lo stesso non può dirsi della normale attività amministrativa o di cancelleria, dal momento che, per esempio, le iscrizioni a ruolo delle cause non si fanno più nella sede distaccata di tribunale della città etrusca, quanto, piuttosto a Rovigo. E non è finita qui, dal momento che, inoltre, il personale amministrativo neppure può avere accesso al sistema informatico interno, la cui connessione è già stata disabilitata.
Proprio per protestare contro questa situazione, i tre sindacati di Cgil, Cisl e Uil, nei giorni scorsi, hanno indetto una manifestazione, sia a livello locale, che regionale, che nazionale, per protestare contro la legge di riforma delle circoscrizioni giudiziarie. Soprattutto, per la maniera in cui ha disposto accorpamenti, chiusure e soppressioni, senza che fossero state individuate modalità e logistica.
Ci sono responsabilità, comunque, come precisato più volte dalla magistratura rodigina e polesana, anche da parte dell’amministrazione comunale di Rovigo che, pur avendo avuto un anno circa per individuare gli immobili nei quali avrebbero dovuto trovare spazio la sezione distaccata di Este e quella di Rovigo, non lo ha fatto. Costringendo, ora, a una corsa contro il tempo. Della quale, al momento, fanno le spese i dipendenti amministrativi.