martedì, 23 Aprile 2024
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Crivellari interroga sulla demolizione del primo gruppo

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L’onorevole Diego Crivellari ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla centrale di Porto Tolle. Il deputato chiede al Governo “come e se intenda attivarsi per sbloccare almeno i lavori per il primo dei quattro gruppi”: ciò in considerazione delle “ricadute positive in termini occupazionali che questa decisione comporterebbe per il territorio”. La questione è nota: in attesa di una decisione definitiva attesa da tempo da parte della commissione nazionale di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) che deve pronunciarsi sul futuro dell’impianto e sulla sua riconversione a carbone, Enel spa ha chiesto nel frattempo, poter demolire uno dei quattro gruppi dell’impianto, intervento già previsto nel progetto di riconversione e che potrebbe rappresentare al contempo una prima anche se parziale risposta dal punto di vista occupazionale. Nello specifico, come sottolineato dettagliatamente nel documento di Crivellari, “si potrebbero impiegare da 80 a 100 persone per almeno un anno di lavoro e a costo zero, considerato che le circa 20mila tonnellate di ferro del manufatto potrebbero garantirne la copertura economica”. Un aspetto “non certo secondario specie se considerata la peculiarità del territorio in cui l’impianto insiste, con un’economia votata in larghissima parte solo all’attività ittica e turistica”: questa richiesta, avanzata da parte dell’azienda e condivisa a sua volta dal Comune di Porto Tolle ha trovato una sponda da parte del Ministero dell’Ambiente solo di recente. Una svolta positiva in questa direzione rappresenterebbe un beneficio immediato lungo un cammino accidentato che si trascina ormai da diversi anni: l’iter della riconversione, dopo la richiesta dell’azienda presentata nel gennaio 2011, era stata infatti stoppata qualche mese dopo, il 17 maggio 2011, quando con sentenza del Consiglio di Stato, era stata annullata la decisione del TAR del Lazio che a sua volta con il decreto del 29 luglio 2009 del Ministero dell’Ambiente aveva dato parere positivo alla VIA. Quanto al’intervento di riconversione, una volta a regime, potrebbe invece dare lavoro a 800 persone circa tra dipendenti e indotto, per un investimento complessivo di circa 2,5 miliardi di euro, senza dimenticare che il solo cantiere per i lavori darebbe nel tempo lavoro ad ulteriori 1500 persone con punte di 3000 e rilanciare un impianto che con Brindisi e Civitavecchia (peraltro già riconvertiti e pienamente operativi) risulta essere tra i siti più grandi non solo del Paese ma anche tra i primi in Europa, forte dei suoi quattro gruppi da 660 Megawatt l’uno per una potenza complessiva di 2640 Megawatt (capace dunque di generare circa l’8% del fabbisogno energetico nazionale).