La vicenda riguardante la creazione della tanto attesa metropolitana di superficie sembra non avere esito positivo, per lo meno nel breve periodo.
La cosiddetta metropolitana di superficie ideata nel lontano febbraio 1988 con un protocollo d’intesa firmato da Regione del Veneto, Ente Ferrovie dello Stato e Ministero dei Trasporti-Direzione generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione, per collegare le 3 province di Padova, Venezia e Treviso nata ed approvata nel 1999 dalla Giunta Regionale, con a capo l’onorevole Giancarlo Galan, è stata per l’ennesima volta rimandata.
L’ultimo annuncio rassicurava gli utenti che il servizio sarebbe partito lo scorso 15 dicembre 2013, ma il 27 novembre scorso è stato comunicato che la data di partenza è slittata all’anno 2014, ma con data ancora da definire. Stanchi di questa situazione, lo scorso 19 ottobre il Movimento 5 Stelle di Vigonza, guidato da Giovanni Pasqualotto, ha ad una manifestazione con i gruppi M5S, SEL e PD che è consistita sostanzialmente in una conferenza stampa e successivamente ad un sopralluogo alla stazione di Busa di Vigonza, dove hanno potuto effettivamente constatare gli enormi problemi di sicurezza dati dalla incuria e dall’abbandono, oltre a trovare un avanzato stato di degrado con una folta vegetazione, muri imbrattati da graffiti e siringhe ovunque.
“Ci troviamo quindi a Vigonza, come anche a Cadoneghe, a non poter usufruire del treno (metropolitana di superficie) per i collegamenti rapidi con il centro città — ci racconta Giovanni Pasqualotto -. A Vigonza la penalizzazione è ancora più evidente, in quanto ci sentiamo “trasportisticamente” tagliati fuori dalla città poiché l’autobus n.18 ha il capolinea prima del ponte di Busa, ovvero a Ponte di Brenta, e non entra in territorio vigontino. Da settembre 2013 possiamo dire di esserlo un po’ meno, grazie ad una linea di bus della compagnia di trasporti Actv ci collega a Padova in maniera integrata con APS trasporti, riferendomi comunque al punto di vista del costo del singolo biglietto e degli abbonamenti. Questa tratta, però, attraversa esclusivamente i territori di Busa e di Perarolo, soluzione che quindi non soddisfa completamente le necessità di studenti, lavoratori pendolari e viaggiatori occasionali: ancora troppe volte ricorriamo all’automobile per gli spostamenti, con conseguente aumento dell’inquinamento atmosferico, acustico, congestione del traffico e ritardi negli spostamenti”.
E’ stato infatti stimato che il 18% degli attuali spostamenti automobilistici privati si trasferirà sui treni del SFMR (Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale), inoltre le previsioni di variazione della ripartizione modale (della percentuale di utenti che cambierà sistema di trasporto) prevede un aumento su treno del 74,2%, una riduzione dei viaggiatori su auto del 7,7% e una riduzione di viaggiatori su bus del 32,3%. E’ davvero inspiegabile un ritardo di questo genere, viste le innumerevoli risorse ormai investite e le strutture già create, di cui 650 milioni spesi per la creazione delle diverse tratte: Padova-Castelfranco, Padova-Mestre, Mestre-Castelfranco, Mestre-Treviso e Mestre-Quarto D’Altino.
“E’ indispensabile — continua Pasqualotto – che il progetto venga portato avanti e ultimato, assieme al parcheggio della stazione di Busa, in modo tale da abituare i cittadini ad una forma di spostamento e ad uno stile di vita meno inquinante e più “comunitario”, cioè meno legato al concetto di automobile-dipendente”.