martedì, 28 Novembre 2023
 
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Lotta al primo bicchiere a colpi di… smartphone

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Fare prevenzione affidandosi all’appeal dei messaggi diffusi con lo smartphone e assegnare ai diretti interessati, i giovani e giovanissimi, il compito di confezionare uno spot convincente per i coetanei. Sono i due punti chiave su cui si basa il progetto di prevenzione contro l’uso e l’abuso di alcol nei ragazzi, proposto dal Servizio Dipendenze dell’Ulss 14 di Chioggia.
“Preso atto ormai della precocità di iniziazione all’alcol e della diffusione dell’uso e dell’abuso nell’adolescenza – dice Ermanno Margutti, responsabile del Ser.D. dell’Ulss 14 – il Ser.D. sta attuando dei programmi di prevenzione all’alcol già dalle scuole medie inferiori attraverso l’utilizzo della media-education, cioè l’utilizzo della tecnologia per fare prevenzione: si usano i social network e nuovi strumenti di comunicazione come l’Ipad o lo smartphone. Ormai sono superati, infatti, quegli incontri dove c’è un medico che spiega e l’alunno che sta zitto e ascolta. Si ottengono più risultati se mettiamo i giovani in una posizione attiva”.
Si cercano quindi linguaggi nuovi e tecniche di comunicazione più consone per combattere un fenomeno che dai dati più recenti risulta preoccupante.
Da una indagine del 2010 sul consumo di alcol nelle prime classi delle scuole superiori del territorio chioggiotto è infatti emerso che già il 50 per cento degli studenti era solito bere almeno una volta nel mese precedente e la metà di questi almeno una volta alla settimana. Nelle classi di terza media inferiore, su un campione di 280 ragazzi, il 48 per cento aveva dichiarato di aver già bevuto alcolici, la maggioranza aveva iniziato proprio a casa e il 6 per cento si era sentito male per l’effetto dell’alcol.
“Purtroppo – prosegue lo specialista del Ser.D. – sono sempre più frequenti i ricoveri in ospedale di giovanissimi in stato di coma etilico, soprattutto nei periodi estivi, durante party in spiaggia, sia pomeridiani che notturni, nonostante il divieto assoluto di vendere alcolici ai minori di 18 anni”.
“E’ cambiata da qualche anno la modalità di consumo dell’alcol nei giovani: – osserva il dottor Margutti – sempre più si sta affermando il “binge drinking”, una modalità ereditata dai Paesi anglossassoni in cui si ingerisce la massima quantità di superalcolici nel minor tempo possibile, una vera abbuffata di alcol con esiti pesantissimi”.
Da qui l’idea di un progetto di sensibilizzazione sui pericoli dell’abuso di alcolici realizzato dai ragazzi per i ragazzi.
E così da qualche mese gli studenti delle medie inferiori di Chioggia e 5 classi delle medie superiori stanno lavorando al progetto, mai sperimentato in loco, con l’impiego degli smartphone.
“In pratica – spiega il dottor Margutti – i ragazzi saranno registi per un giorno di una campagna di prevenzione contro l’uso e l’abuso di alcol. Ciascuno ha il compito di presentare un video, girato col proprio telefonino, che deve far riflettere i propri coetanei sul tema della dipendenza dall’alcol”.
Verranno poi scelti una quindicina di video che saranno proriettati durante un pubblico dibattito il prossimo 16 maggio.
“Gli utenti che si rivolgono a noi – conclude Margutti – lo fanno molti anni dopo l’insorgere del problema, anche dopo 20 anni. E’ per questo che è sempre più importante investire sui giovani e sulla prevenzione specifica sui rischi dell’abuso alcolico e sulla promozione di vita sana. Anche perché va ricordato sempre che l’uso di alcol fa da volano all’uso di altre sostanze ed è sicuramente causa di ulteriori comportamenti a rischio soprattutto nei ragazzi più giovani”.

 
 
 
Giorgia Gay
Giorgia Gay
Giornalista professionista, nata sulla carta ma con un'anima social e una passione per le web news

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