venerdì, 29 Marzo 2024
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Finalmente la bonifica del terreno avvelenato

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Una bonifica attesa da oltre un decennio. Con l’avvio dell’estate è partita ufficialmente l’opera di messa in sicurezza dell’area ex Montedison. Qui, dai primi anni Novanta fino al 2001, ha operato la Veneta Mineraria, realtà che per due decenni ha lavorato polvere di pirite e zolfo, solfuri di rame e zinco per la Montedison di Marghera. Si tratta di 62.500 metri quadri, da via Ca’ Manzoni a via Rovigo e via Belle, in cui per anni sono stati mantenuti depositi di materiali senza adottare misure di protezione, favorendo dunque la penetrazione di tali sostanze altamente inquinanti nel territorio e compromettendo la falda acquifera. Il cantiere si limiterà ad intervenire in una porzione strategica di appena 3.200 metri quadri, in via Rovigo, investendo intorno ai 600 mila euro. L’idea è quella di racchiudere i terreni contaminati dai materiali inquinanti in una sorta di “sarcofago”.
Il progetto prevede per questo l’esecuzione di un diaframma perimetrale, utilizzando la cosiddetta tecnica del “Jet Grouting”: in pratica una barriera perimetrale per il confinamento del terreno contaminato, ottenuta mediante la diaframmatura con cilindri verticali intersecati e con l’impermeabilizzazione della parte superiore della strada. Verranno calati nello specifico dei setti bentonitici fino a 9 metri di profondità, ad intercettare lo strato argilloso.
Le “pareti” isoleranno la terra contaminata e non ci sarà più il rischio di spostamento di acque inquinate. Il tratto in questione è già impermeabilizzato, visto che si tratta sostanzialmente di una strada e dunque dotato di asfalto isolante. In progetto c’è anche la realizzazione di un tombotto, un bacino artificiale in cui l’acqua piovana che non penetra più nel sottosuolo sarà convogliata, per essere poi dirottata fuori dalla zona a rischio. È stato inoltre pensato un “vaso” sotterrato e isolato in cui far crescere le piante senza che terra e radici entrino in contatto con gli inquinanti, favorendo così la proliferazione del verde nel quartiere, che è perlopiù destinato ad insediamenti industriali. Il cantiere dovrebbe terminare entro l’estate, come conferma l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Agujari Stoppa: «L’area di intervento è ben visibile e va dalla curva che porta alla sede del Bacino Padova Tre fino all’ingresso di Paiuscato. Se non ci saranno intoppi, contiamo di chiudere il cantiere entro agosto». I lavori potrebbero però richiedere più tempo qualora qualche privato decidesse di aderire alla campagna di bonifica comunale e chiedesse all’impresa impegnata nel cantiere di intervenire anche sugli spazi privati limitrofi a via Rovigo. In questo caso il privato guadagnerebbe certamente un prezzo di favore e si garantirebbe un intervento che se attuato autonomamente richiede un investimento notevole.