venerdì, 29 Marzo 2024
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L’Impianto sportivo rischia di rimanere vuoto se non ci saranno risposte chiare

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Difficile dire se nella storia di Porto Tolle si sia mai dibattuto in maniera così estesa e decisa sulle sorti di un impianto sportivo. Di certo c’è che la vicenda riguardante lo stadio Comunale e il suo utilizzo da parte del Delta Porto Tolle ha innescato un ampio dibattito che va oltre lo sport e che rischia di lasciare segni profondi sulla comunità portotollese, oltre che sull’assetto politico del territorio. Al momento di redigere questo articolo esiste una elevata probabilità che Porto Tolle non abbia più una squadra di calcio a cui fare riferimento. Mario Visentini, proprietario del Delta, ha infatti rotto gli indugi facendo passi decisivi per il trasloco del suo sodalizio a Rovigo. La ragione? I rapporti ormai deteriorati con l’amministrazione comunale guidata da Claudio Bellan, che negli ultimi mesi non è riuscita a dare risposte chiare e univoche al nodo dello stadio. Il Comunale infatti necessiterebbe di lavori di adeguamento particolarmente onerosi nel caso il Delta riuscisse a rimanere nei ranghi del calcio professionistico mediante ripescaggio. Nello specifico lo stadio necessiterebbe di un aumento della capienza (da 1.500 a 3.000 posti) e di un significativo potenziamento dell’impianto di illuminazione per essere considerato a norma dalla Lega Pro. Nelle ultime settimane i contatti tra Visentini e il sindaco si sono intensificati e sono stati organizzati un paio di incontri che hanno visto le parti rimanere sulle proprie posizioni. Anche perché in ballo sono entrate altre questioni che vedono coinvolti Visentini e l’amministrazione, come la riqualificazione dell’area in cui sorgeva lo zuccherificio. Nonostante sul tavolo siano transitate proposte e contro-proposte, non è stato possibile raggiungere un accordo e inevitabilmente la tensione si è alzata. Nel consiglio comunale del 26 giugno una delegazione di tifosi ha contestato il sindaco e i colleghi di giunta, esternando un disappunto che covava ormai da settimane. Il tutto si è concluso con l’allontanamento dei tifosi dalla sala consiliare a opera della forze dell’ordine. La frattura tra Delta e Comune ha così favorito il corteggiamento di un altro Comune, quello di Rovigo, e dello stesso Rovigo Calcio del presidente Cervati, che all’indomani della retrocessione del Delta in serie D aveva proposto a Visentini di rilanciare il suo club con un trasferimento nel capoluogo. Una proposta inizialmente tenuta in ghiaccio per favorire una continuazione nella sede naturale, ma che al momento si fa sempre più attuale. Per la verità anche lo stadio “Gabrielli” di Rovigo avrebbe bisogno di lavori per rispondere agli standard della Lega Pro, ma in misura minore. Ci sarebbe comunque già un accordo tra le varie società per venire a capo di questo problema. Nel frattempo, se il Delta venisse effettivamente ripescato tra i professionisti (e ha ottime probabilità), giocherebbe le sue gare interne a Treviso, in attesa del rinnovo del Gabrielli. Porto Tolle rischia così di rimanere senza una squadra di riferimento per la prima volta dal 1966, quando la Portotollese fu costretta a interrompere la sua avventura in Terza Categoria in seguito all’alluvione. Con i Blucerchiati di Ca’ Venier che a gennaio hanno traslocato a Porto Viro, l’ultimo baluardo del pallone nel territorio rimarrebbe lo Scardovari, in Prima Categoria.