giovedì, 28 Marzo 2024
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Mele a 2 cent, “uno scandalo”

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Oggi valgono 2-3 centesimi, dieci anni fa non si scendeva sotto i 35-40. Una svalutazione indegna, che ha spinto gli agricoltori del Montagnanese alla clamorosa protesta: distruggere i loro raccolti. A Merlara, da sempre centro di riferimento nella Bassa per la produzione delle mele, sotto l’egida di Coldiretti gli imprenditori ortofrutticoli del posto hanno inscenato una vibrante protesta contro il crollo dei loro mercati. Già, perché a più di qualche agricoltore è stato proposto di vendere le proprie mele a non più di 3 centesimi al chilo: una cifra irrisoria, che non solo non porta guadagno, ma addirittura non basta a coprire le spese di produzione dell’azienda.
Basta fare i conti: produrre un chilo di mele costa almeno 30 centesimi. Nella cifra incidono i costi per i trattamenti (fino ai 20 cent), che sono stati utilizzati in larga massa quest’anno per via del meteo poco favorevole, e poi la manodopera (6-7 cent) e la spesa per i mezzi agricoli e gli impianti di irrigazione. Un decennio fa ricavare 40 centestimi da un chilo di mele era la norma: ora il mercato è impazzito. I lavoratori del Montagnanese hanno però deciso di non rimanere impassibili e, sotto gli occhi dei vertici di Coldiretti e della stampa, hanno dato vita ad una manifestazione di protesta: in un’azienda di Merlara è stato distrutto e macerato un intero filare di mele. Il guadagno non esiste? E allora tanto vale distruggere il raccolto.
La settimana dopo 5 quintali di mele sono stati regalati alle famiglie di una scuola di Padova, scelta che ovviamente ha sensibilizzato ulteriormente l’opinione pubblica che si è schierata dalla parte degli agricoltori. “E’ uno scandalo tutto italiano. – denuncia Simone Solfanelli, direttore di Coldiretti Padova – Distruggere il frutto del nostro lavoro quotidiano è una scelta estrema, una provocazione per far capire che così non possiamo andare avanti”.
L’associazione di categoria ha chiesto un intervento del Governo, che nei giorni scorsi è stato sollecitato anche da un’interrogazione della deputata Giulia Narduolo (Pd) di Megliadino San Vitale.