lunedì, 5 Giugno 2023

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Nuovi volti in provincia, qualche colpo basso a sorpresa

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Nell’area attuale della provincia di Venezia che dovrebbe costituirsi in “Città Metropolitana” a causa del commissariamento del Comune di Venezia (in seguito all’arresto del sindaco Giorgio Orsoni e la conseguente decadenza della giunta), l’iter che dovrebbe vedere la nascita della nuova realtà per ora procede lentissimo. Iter o meno, la spending review ha già colpito tutte le Province del Veneto. Ha colpito in particolare quella dell’area di Venezia. Complessivamente saranno pari a 8.835.685 (all’interno di una sforbiciata complessiva di 100 milioni) i contributi alla finanza pubblica che le amministrazioni della nostra regione dovranno sborsare allo Stato, “a seguito del progressivo venir meno delle elezioni provinciali e per la riduzione dei costi della politica, per la gratuità delle attività svolte dai componenti degli organi delle Province”. La più penalizzata sarà appunto l’area, di quella che ancora è la Provincia di Venezia, destinata a diventare Città metropolitana dal primo gennaio 2015, che dovrà rinunciare a 2.270.752 euro. Sulla questione della Città Metropolitana di Venezia era intervenuto nelle scorse settimane il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta. “La Città metropolitana di Venezia — ha detto Baretta – non potrà coincidere con l’attuale provincia, bisogna allargare i suoi confini. E intanto togliere di mezzo la questione della separazione fra Venezia e Mestre, che ci porta fuori strada. ”Non si può pensare localmente, l’obiettivo è la Città Metropolitana. Si dovrà interloquire con lo Stato e le grandi istituzioni, non chiedere finanziamenti. Qui bisogna pensare in grande, non esistono alternative”.
ROVIGO ELEGGE A SORPRESA TROMBINI
Si potrebbe dire che ha vinto lo sfavorito. E sarebbe vero, ma sino a un certo punto. Perché se da un lato è vero che i numeri in teoria nella corsa alla Provincia avrebbero dovuto premiare Nicola Garbellini, Pd, sindaco di Canaro, dall’altro è innegabile che agli osservatori attenti della scena politica non era sfuggito l’aspetto poi rivelatosi determinante: laddove il centrosinistra si rivelava come spesso accade diviso, litigioso, malmostoso, il centrodestra zitto zitto si è compattato e ha presentato una lista compatta. Tutti raccolti attorno a Marco Trombini, primo cittadino di Ceneselli, indipendente ma di estrazione non certo sinistrorsa. E il risultato è stato chiaro che più chiaro non si potrebbe. In consiglio maggio-ranza a Pd e soci, a dimostrazione che i numeri erano quelli. Ma sul voto al presidente, colpo di scena: vince Trombini. Se si tiene conto che per la prima volta non votavano i cittadini, ma solo amministratori e politici è evidente che Garbellini è stato impallinato dal voto disgiunto. Tanti della sua area, per dirla brutalmente, lo hanno fatto scientemente perdere. Lui non fa drammi. Ma un aspetto è innegabile: dalle scorse primarie per le Politiche il Pd a Rovigo è una giungla. Una situazione intricata nella quale rischia di non guadagnarci nessuno. Loro, però, i diretti interessati, non sembrano accorgersene. E così, per la prima volta, la Pro-vincia cambia bandiera. A pochi mesi dal voto per Rovigo. Ci penseranno su? Non è garantito.

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