venerdì, 29 Marzo 2024
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Pesca, Casson scrive al Ministero: “Gli sgravi fiscali non sono aiuti di Stato”

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KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERALa questione sgravi alle cooperative approda al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. L’annosa problematica delle agevolazioni contributive di cui hanno beneficiato molte imprese del settore ittico di Venezia e Chioggia potrebbe finire nel peggiore dei modi e gli amministratori locali si appellano direttamente al Governo, perché trovi una soluzione politica.

Il Consiglio di Stato ha infatti ribaltato una sentenza del Tar, accogliendo il ricorso presentato dall’Inps e stabilendo, così, la restituzione degli sgravi concessi alle cooperative ittiche dal 1994 al 1997. Il primo cittadino ha concordato un incontro con il sottosegretario alla Pesca, Giuseppe Castiglione, al quale ha già fatto pervenire un appello. Secondo Giuseppe Casson gli sgravi ritenuti aiuti di stato erano prefigurabili “perfettamente coerenti con gli obiettivi consacrati nella Legge Speciale per Venezia e Chioggia, dei quali costituivano particolare ed efficacissima declinazione”.

Nessuna violazione della concorrenza, per Casson, in quanto la finalità degli sgravi “era quella di garantire pari condizioni in una realtà che si trova a non essere competitiva al pari di altri territori della Repubblica”. Quei benefici, quindi, non sarebbero stati altro che una delle misure atte a compensare il deficit ambientale e socioeconomico che caratterizza la laguna. “Non si tratta di aiuti di stato – spiega Casson – ma di un supporto speciale rispetto a realtà speciali. Non si è tenuto conto del fatto che gli sgravi fossero legati alla laguna di Venezia.Al di là del percorso giudiziario, dovrà essere presa una decisione politica, che potrebbe consistere nel rendere attuale e concreto quanto dice la Legge Speciale quando viene assicurata la vitalità socioeconomica di un territorio”.

Adesso si gioca la carta politica: solo di questa natura potrà essere la soluzione adottabile. Si tratterebbe, per lo Stato, di riconoscere la piena fondatezza e correttezza delle misure messe in atto con la concessione di quei benefici (riduzione degli oneri sociali per i posti già esistenti e sgravio totale per i nuovi occupati) e di prendere provvedimenti conseguenti.

“Ove il mio appello non trovasse accoglimento -, conclude il primo cittadino nella missiva, – verrebbe certificato il sostanziale abbandono, da parte dello Stato, di un territorio per la cui sopravvivenza si è positivamente espresso, riconoscendo la sua salvaguardia come questione di preminente interesse nazionale”.

 

di Andrea Varagnolo