giovedì, 25 Aprile 2024
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Andrea Artusi, l’arte del fumetto

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DOLO – Andrea Artusi è un disegnatore e sceneggiatore di fumetti professionista che vive a Dolo. E’ nato a Venezia il 31 luglio 1964 e ha ereditato la passione per il fumetto dalla madre e dal fratello maggiore. Dopo aver conseguito il diploma al liceo scientifico ha frequentato all’università la Facoltà di Architettura per 3 anni che l’ha poi lasciata per esigenze lavorative. Andrea è un autodidatta, ma fi n da piccolo ha manifestato attitudine per il disegno. Infatti, già all’età di 16 anni, collabora con l’editoria cattolica, realizzando illustrazioni di narrativa per ragazzi. Durante gli anni del liceo riesce a contattare un autore disneyano che lo indirizza da due illustratori che operavano nella zona. “Fu grazie a queste due persone che, a 19 anni, cominciai a lavorare con lo Studio Metropolis di Milano, in seguito ho collaborato con le case editrici: Mondadori, Rizzoli e Universo. Qualche anno dopo, assieme ad altri autori, ho aperto uno studio a Padova. Qui realizzavo storyboard per pubblicità e per il cinema, ma dietro tutto questo sentivo sempre la passione per il fumetto. Nonostante le difficoltà del settore, negli anni ‘80, cominciai una collaborazione con Star Comics, disegnando Lazarus Ledd, ma nello stesso momento fui finalmente contattato dalla Bonelli”.
Perché dice finalmente?
“I tempi sono stati lunghi, era passato un anno e mezzo dai miei primi contatti con loro, su 200 disegnatori ne selezionavano 3. Avevo conosciuto Antonio Serra, uno dei 3 creatori di Nathan Never e gli avevo fatto vedere alcuni lavori. Dopo diverse prove con la casa editrice cominciai a disegnare per loro sulle pagine della testata Legs Weaver, di cui disegnai l’albo Miraggi, scritto da Michele Medda, poi sono passato a Nathan Never”.
A che età comincia a disegnare?
“A sette anni disegnavo già le mie cose. Ricordo con grande affetto che all’età di 10 anni, inviai una proposta al Giornalino, avevo scritto e disegnato una storia di maiali supereroi. Il direttore mi rispose, dicendomi che avevano già molti collaboratori, ma mi esortava a non abbandonare quella strada perché si intuiva essere la mia”.
Quali sono le doti che deve avere un disegnatore?
“In questo lavoro non c’è nulla di meccanico, ogni volta si affrontano tematiche nuove su cui lavorare. Il disegnatore deve essere regista, scenografo, attore, padroneggiare le luci a molto altro”.
Dopo aver iniziato come disegnatore è diventato anche sceneggiatore, un passo scontato?
“In realtà no! Sono pochissimi i disegnatori che fanno anche gli sceneggiatori. Il lavoro cambia, e si lavora molto più a contatto con la casa editrice. In questo momento sto lavorando a tre progetti diversi: sto sceneggiando un numero doppio di Nathan Never, assieme a Ivo Lombardo sto disegnando un numero di Martin Mystère, in cui rivedremo Sherlock Holmes, e, sempre con Ivo, ho iniziato a scrivere una storia di Dylan Dog”.
Esperienze al di fuori della casa editrice?
“Ho diretto e insegnato nella scuola del fumetto a Mestre per una decina di anni, tra le altre cose ho lavorato anche sulle nuove tecnologie, realizzando delle app per iPad per Mondadori con Diabolik e per Bonelli Martin Mystère e Dragonero”.
Collaborazioni con il territorio?
“Di recente ho realizzato l’illustrazione della copertina del libro Giano, scritta dall’amico scrittore di Dolo, Veiro Zabeo”.
Lati oscuri?

“La frustrazione di questo mestiere è di non essere riuscito a tirare fuori tutto per metterlo nelle tavole. Le persone che lo fanno sono autori grandissimi che io ammiro moltissimo. Ci vogliono grandi capacità per far diventare arte il fumetto, e io penso che lo diventi, se a realizzarlo c’è un vero artista”.

Consigli per le persone che vogliono avvicinarsi a questo mondo?

“Leggete, leggete, leggete e disegnate, disegnate, disegnate; come diceva Michelangelo ai suoi allievi. Molte persone, che vogliono avvicinarsi a questo mondo, non leggono fumetti e li conoscono poco, o in maniera marginale. Penso che questa cosa sia un grande handicap, per usare questo mezzo, bisogna conoscerlo”.

 

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