venerdì, 29 Marzo 2024
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Pietro Boscolo Zamelo, lo sceneggiatore di Topolino

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Pietro Boscolo Zamelo“Paperino e le fatiche di uno scansafatiche”. Il titolo è tratto da una storia che si trova all’interno di Topolino la cui sceneggiatura è curata dal chioggiotto Pietro Boscolo Zemelo. Incuriosita dalla sua abilità e determinazione ho voluto porgli alcune domande che evidenziano una passione innata per il mondo della fumettistica e un’accuratezza nel descrivere i personaggi protagonisti delle storie. Dapprima infatti ha svolto il ruolo di colorista presso la Litomilano e ora è sceneggiatore per la Panini Comics. 

Come è nata la tua passione per il mondo dei fumetti?
“Per quanto possa andare indietro con i ricordi, c’è sempre stata questa passione! Ho imparato a leggere sulle pagine di Topolino, fi n dall’asilo i compagni di scuola venivano a chiedermi di disegnare per loro e questa passione ha sempre avuto, nel bene o nel male, la precedenza su tutto. Probabilmente l’essere nato in una casa piena di quadri del nonno e della mamma ha avuto il suo peso, almeno da un punto di vista artistico; ci è voluto un po’ più di tempo, invece, per capire che la mia vera passione non era il semplice disegnare quanto il raccontare storie, ma anche questa volta non è stata una scoperta quanto un prenderne coscienza gradatamente”.
Quale è il tuo percorso lavorativo? Come sei arrivato al mondo della Walt Disney?
“La Disney è sempre stata il mio obiettivo principale, ma sapevo che avrebbe rappresentato la fi ne di un lungo percorso. Ho cercato di crescere da solo come disegnatore fi no all’incontro, alla fi ne del liceo, con alcuni professionisti che mi hanno “smontato e rimontato”: Maurizio Amendola ed Emanuele Tenderini. Il primo, storico autore Disney veneziano, ha dovuto sopportare a lungo le mie telefonate e il presentarmi nel suo studio con tantissimi disegni e storie da fargli vedere. Lui, sempre con molta pazienza e senza mezzi termini, mi spiegava dove sbagliavo, consigliandomi come un vero maestro. E’ stato una fi gura importantissima per me, il mio primo vero mentore. L’incontro con Emanuele Tenderini è avvenuto grazie a uno dei suoi workshop. Un genio. Vedere i suoi lavori ha cambiato tutto. Ho iniziato a colorare, cosa che prima non facevo, e questo mi ha portato ai miei primi lavori pagati, proprio colorando fumetti. Negli anni seguenti sono maturato a livello di stile seguendo la sua evoluzione; una tale cura e attenzione al dettaglio che mi ha fatto tornare alle basi su molti aspetti! Consiglio a chiunque abbia una passione per il colore di seguire i suoi lavori! C’è un terzo autore, ma nel suo caso l’incontro di persona è avvenuto molto dopo: Andrea Castellan, in arte Casty. Quando ho letto una delle sue storie ho visto me stesso! Raccontava quello che volevo raccontare io, nel modo in cui volevo farlo io! Un grande amore per il personaggio di Topolino, solitamente antipatico a quasi tutti e considerato un perfettino, che nelle sue storie torna a essere il vero Mickey: avventuroso, simpatico, imperfetto, appassionante! Le sue storie mi hanno fatto scattare una molla e ho iniziato a scrivere seriamente, molto più di prima. In seguito ho contattato la redazione per proporre il mio materiale e, fi nalmente, dopo una lunga attesa sono stato contattato e ho potuto fare dei testi che sono piaciuti. Uno di questi è “Topolino e l’albero di Holly”, pubblicato alcune settimane fa, nel numero di Natale”.
Hai qualche aneddoto da raccontare? Quali sono le tue maggiori fonti d’ispirazione per poter creare nuove sceneggiature? “
Qualche anno fa Topolino lanciava un concorso: la miglior storia di cinque tavole sarebbe stata pubblicata. All’epoca (ma anche ora) frequentavo un famoso forum di appassionati Disney, il Papersera, e anche altri forumisti,s in particolare il mio amico Vito, decisero di partecipare all’iniziativa. Nessuno di noi vinse e venne premiato un ragazzino. Qualche anno dopo Vito sarebbe diventato uno dei nuovi sceneggiatori di Topolino e avrebbe ripresentato la stessa sceneggiatura, ma fatta in 30 pagine, sfornando una delle sue storie più belle. Entrato anch’io a far parte della redazione, ho fatto lo stesso e quella storia è stata pubblicata la settimana scorsa. Alla faccia del vincitore del concorso! A parte questo ripescaggio, le storie nascono da qualunque cosa. Un articolo di giornale, un fi lm, addirittura altre storie. Una di prossima pubblicazione tratterà delle funivie urbane e tutto perché mio papà mi ha passato un articolo sul tema e mi ha detto “perché non ci fai una storia?” Un punto fondamentale, però, è che, secondo me, la trama è secondaria al personaggio. Qualcuno non sarà d’accordo e seguirà un altro metodo, ma trovo che debba essere il protagonista, con le sue caratteristiche, a far muovere gli eventi, non viceversa. È proprio quello che mi piace dello scrivere: se hai personaggi grandiosi come quelli della banda Disney, devi solo metterli in una qualche situazione e stare a vedere cosa fanno. Se li si usa come attori e non come maschere, allora saranno in grado di arrivare al cuore e alla mente del lettore, viceversa saranno solo pupazzi senza sentimenti, infantili e stupidi. La prima cosa è l’amore per il personaggio”.
Come vedi il tuo futuro professionale? Hai qualche sogno nel cassetto?
“Prima ho detto che la Disney rappresentava la fi ne di un lungo percorso, ma le cose sono cambiate da quando lo pensavo. Ora vedo questo momento come l’inizio di un percorso molto più lungo! Ora vedo intorno a me colleghi bravissimi, maestri che hanno vent’anni d’esperienza in più e io che mi sono appena messo in coda per raggiungerli, nuove occasioni per sperimentare e tentare nuovi approcci, ma soprattutto tanto ancora da imparare! Spero di poter continuare questa avventura Disneyana fi nché morte non ci separi, ma nel frattempo voglio portare avanti anche progetti miei. Uno di questi è “Magnifi co!”, fumetto che nasce sul web, ma che i lettori hanno voluto su carta e che mi dà l’occasione di parlare delle importantissime sciocchezze quotidiane nella vita di tre universitari. Un secondo progetto che mi sta a cuore è “Oltre il Vetro”, racconto di viaggio a fumetti iniziato lo scorso anno in seguito a un viaggio di due mesi in Islanda e che vorrei portare avanti con altri viaggi. E poi… Chissà! Una grande sfi da è il cinema. Mi piacerebbe moltissimo poter raccontare una storia potendo usare immagini e suoni! La strada e lunga e spero di riuscire a trovare le occasioni per cimentarmi in questo campo!
Miriam Vianello