SPINEA – Islamici in fila per donare il sangue. Una bella storia di integrazione arriva da Spinea, dove a dicembre i membri del centro islamico Salam di via Negrelli si sono offerti di aiutare l’Avis a rimpinguare le scorte di plasma, da tempo carenti. Un bel gesto, subito accolto dall’associazione dei donatori di sangue di Mirano e S. Maria di Sala, che restituisce il senso di una convivenza pacifica e integrata oscurata dai tragici fatti di Parigi. “Il sangue ha un solo colore, nessuna razza o religione”. Parole che capeggiano sulla locandina che ha invitato i marocchini del centro islamico di Spinea a donare il sangue: un vero e proprio accordo quello sottoscritto tra Avis e l’associazione Salam: una raccolta di sangue straordinaria, voluta dagli stessi aderenti all’associazione, che oltre a permettere di dare una mano in una situazione di carenza ematica cronica sul territorio, ha permesso di superare una buona dose di pregiudizi.
“I membri dell’associazione marocchina hanno deciso di essere parte attiva nel problema della mancanza di sangue nel Miranese – spiega il vicepresidente dell’Avis di Mirano e S. Maria di Sala, Giuliano Casotto – in realtà la mancanza di donatori è un’emergenza nazionale, ma qui da noi la comunità islamica si è voluta rendere disponibile contribuendo al miglioramento della situazione”. Così al centro islamico di via Negrelli è arrivato il camper-emoteca dell’Avis che ha permesso a un primo gruppo di marocchini di effettuare i prelievi per l’idoneità. Una quindicina i marocchini che si sono sottoposti ai test e che ora, se i risultati saranno positivi, potranno donare il sangue proprio come i loro concittadini italiani. “Proprio il fatto che abbiano partecipato in molti e con grande convinzione, fa ben sperare per il futuro e ancor di più se si pensa che le altre comunità islamiche, dopo aver sentito di questa giornata, hanno manifestato il desiderio di partecipare anch’essi alle donazioni per contribuire alla causa” ha precisato Casotto. L’apertura alla comunità straniere può rappresentare così un aiuto importante per le riserve ematiche dell’Avis, visto che ormai anche le campagne di sensibilizzazione non sembrano sufficienti a colmare la richiesta di sacche. Un’iniziativa per la quale l’associazione Salam ha speso molto, con locandine che promuovono il reclutamento di donatori. “Tutti dovremo farlo – spiega il primo donatore islamico di Spinea, sulla poltrona per il prelievo – la nostra religione dice che cambiare il sangue fa bene al corpo, ma può salvare anche altre vite”. Concetto ribadito anche nel Corano: “Chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità”. Le stesse parole sono state ribadite anche dopo gli attentati di Parigi e alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, per bocca del presidente dell’associazione marocchina Samad El Ghanami, membro del centro islamico di Spinea: “Chi ha ucciso nel nome di Allah è nato e cresciuto in Europa e non ha legami con l’islam, che è religione di pace”.
di Filippo De Gaspari