martedì, 19 Marzo 2024
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Tolle, storia di un campetto abbandonato

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campo tolle 2C’era una volta un campo da calcio. Anzi, per la verità non c’è mai stato. Almeno per i documenti ufficiali. Se si vanno a consultare, c’è scritto che a Tolle, dalle parti di via Mazzolari, c’è un’area di verde pubblico e niente altro. Eppure la presenza di alcuni ruderi del tutto moderni sono lì a raccontare un’altra storia. Tolle, seicento abitanti o poco più, nell’ultimo ventennio può dire di aver conosciuto uno sviluppo urbanistico e commerciale non di poco conto, considerate le sue dimensioni. Sono sorte nuove attività e addirittura un impianto di produzione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici.

Lo spirito d’iniziativa da queste parti non è mai mancato e fu proprio la buona volontà a far nascere il rettangolo verde che ora è invaso da erbacce sempre più alte. Tuttavia, se si decidesse di avventurarsi in quella piccola giungla impregnata d’umidità, si scoverebbe una striscia di cemento con impressa una data. Aprile 1994. L’anno in cui un gruppo di abitanti del luogo terminò di costruire un campetto del tutto spontaneo, con panchine, reti, impianto di illuminazione e spogliatoi improvvisati. In un primo momento nell’ex falegnameria, poi in uno scantinato poco lontano. Un campo che per quanto piccolo (ideale per incontri di sette contro sette, non molto di più) è diventato subito un punto di riferimento per i ragazzi della piccola frazione. Un luogo in cui passare dei pomeriggi spensierati e che nel suo piccolo ha fatto da sfondo a tante storie. Come quella di Giacomo Marangon, enfant prodige del calcio portotollese (oggi in Eccellenza con la maglia dell’Adriese), che a Tolle ha trascorso gli anni della sua infanzia prima del trasloco a Ca’ Tiepolo. Sul campo di Tolle mostrò fin dalla tenera età il suo precoce e indiscutibile talento, al cospetto anche di ragazzi decisamente più cresciuti di lui.

In un pomeriggio di primavera diventò una sorta di inconsapevole eroe in una partita tra una rappresentanza di ragazzi di Tolle e una di ragazzi di Sottomarina, organizzata con la collaborazione dall’allora parroco don Pierangelo Laurenti. Giacomo, troppo piccolo per la divisa scelta per l’occasione, entrò in campo nel finale. Di fronte a lui ragazzi di quattordici o quindici anni, in qualunque caso molto più grandi di lui. Ma non ebbe paura: prese palla, seminò quattro avversari e mise in rete nel tripudio generale degli spettatori raccolti attorno alla rete. Il campo di Tolle, per quanto invisibile – verrebbe quasi da dire abusivo – ha fatto da palestra per tanti ragazzi poi rimasti nel calcio, anche ad alti livelli. Ma è stata preziosa base anche per intere squadre che lì si sono allenate, come il Gs Tolle campione provinciale Csi 1999 e la Asd Portotollese che solo nel gennaio 2014 è riuscita a traslocare su un campo regolare come quello di Ca’ Venier dopo una lunga trattativa con l’amministrazione comunale. Da lì è iniziato l’oblio. Si era parlato di un recupero e di una ristrutturazione, magari per qualche squadra giovanile. Non se ne è fatto nulla. Così qualcuno si è anche preso la briga di portare via riflettori, reti di recinzione e quel poco che era rimasto. Sono rimaste le porte, ancora con le loro reti appese. Sembrano quasi chiedere un’altra possibilità, a vent’anni esatti dalla prima volta in cui furono messe lì.