martedì, 23 Aprile 2024
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Tarvisio: crocera di culture

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TARVISIO_500x500.jpgMolti la ricordano soltanto per le sue caserme e le per immagini, sfuocate dal tempo ma cariche di nostalgia, legate ai vent’anni. Legate alla naja, quando quel cappello alpino con la penna nera e le insegne della glorosa Divisione Julia significava avventura, campi di adde- stramento in alta montagna, ma anche il sorriso strappato a tante belle ragazze del posto.

Oggi gran parte di quelle caserme sono chiuse e i pochi militari ancora in servizio si mimetizzano con i residenti e i turisti. Sì, perchè Tarvisio più che una cittadella militare come un tempo è sempre più una città turistica, con una forte connotazione naturalistica e culturale. La cittadina che si trova al confine fra Italia, Austria e Slovenia vanta un singolare record: vi si parlano comunemente quattro lingue. Ovvero l’italiano, il tedesco, lo sloveno e, soprattutto, il friulano, il furlan, che è lingua ufficiale e non dialetto come altre parlate regionali. Tarvisio, che prende il nome dai Taurisci, un’antica tribù celtica che l’ha popolata prima dell’arrivo dei romani, è un crocevia di culture e di traffici, di idiomi e di abitudini. Città plurale e culturalmente stimolante. Per poco nel 2006, insieme alle vicine Klagenfurt e Kranjiska Gora non si vide assegnare le olimpiadi invernali (andate poi a Torino).

Oggi è pure al centro di un interessante progetto, l’Idago, dedicato alla mobilità sostenibile, all’accessibilità e all’attrattivi- tà dell’area montana fra Italia e Slovenia, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma per la Cooperazione Tran- sfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e da fondi nazionali. Idago è un acronimo che in lingua slovena significa “Miglioramento dell’accessibilità e dell’attrattiva dell’area transfrontaliera montana”.

L’area, che era già importante nel primo millennio a.C. e in epoca preromana, per i suoi giacimenti minerari, dal punto di vista idrogeografico si colloca nell’area centro-europea in quanto i suoi corsi d’acqua afferiscono alla Drava e al bacino danubiano. E’ caratterizzata da zone alpine poco popolate e difficilmente accessibili, che vantano però un ricco patri- monio naturale e culturale. Il Progetto Idago punta a migliorare i collegamenti attraverso una mobilità dolce e sostenibile (introducendo anche dei servizi con bus navetta), aumentando la qualità del soggiorno dei residenti e dei visitatori, realizzando percorsi e servizi per il ciclismo interurbano e turistico, intensificando l’escursionismo anche con attività accesso- rie come lo sleddog e il dog-trekking, realizzando infine due importanti punti di informazione a Planina Pod Golico in Slovenia e a Fusine, il paesino famoso per i suoi laghetti color smeraldo e le sue rigide temperature invernali che gli hanno meritato l’appellativo di “Siberia italiana”. Nella zona già esistono impianti per lo sci alpino e nordico, ma si possono praticare anche l’arrampicata, il pattinaggio su ghiaccio e l’escursionismo con le ciaspole.

D’estate il Tarvisiano è il paradiso per gli amanti delle passeggiate. La maggiore attrattiva è il Parco Naturale della Foresta di Tarvisio, la più grande foresta demaniale italiana che ha per corona una costellazione di vette alpine spettacolari, a partire dal Màngart dall’alto dei suoi 2677 metri, vetta che fa da spartiacque fra Italia e Slovenia.

Il parco comprende anche il Museo della Foresta con annesso orto botanico, nel quale si organizzano escursioni e visite guidate didatti- che. Nella vicina Valbruna parte la strada che conduce al santuario del Monte Lussari, luogo di pellegrinaggio frequentato fin dal Trecento e ancora oggi molto caro a tutti i tarvisiani.

A cura di Matteo Malaman

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