giovedì, 28 Marzo 2024
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Tribano, ciclismo: Liam Bertazzo sfiora l’oro

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liam bertazzoPrima dell’abitato di Tribano si svolta a sinistra, dentro la zona industriale, e subito si trova l’Italtecnica azienda che produce pressostati meccanici. Un marchio noto per i conoscitori del ciclismo nostrano, quello del patron Demetrio Bertazzo che nel 2004 costruì una squadra dove far gareggiare tra gli Juniores i fi – gli Omar e Liam. Destini diversi per i due fratelli, che sognavano il professionismo insieme. Omar 26 anni, dopo 4 stagioni nella massima serie, con due vittorie, la scorsa stagione ha chiuso l’attività, Liam di tre anni più giovane è tornato in questi giorni dal mondiale professionisti di pista disputati in Francia con in valigia la medaglia d’argento conquistata in un infuocata americana in coppia con il veronese Elia Viviani. L’oro è andato alla coppia francese sospinta sulla pista di casa dal tifo indiavolato dei seimila presenti ma la gara è stata incertissima fi no all’ultimo sprint e dopo 50 chilometri (200 giri di pista) volati sul filo dei 55 orari i transalpini hanno prevalso per un solo punto 21-20.

Siamo andati a trovare il vice campione del mondo nell’azienda di famiglia per sentire le sue impressioni sulla sua imprese: ”Innanzitutto – esordisce Liam Bertazzo – devo un pubblico grazie a Coledan, era lui l’atleta designato a far coppia con Viviani, ma alla vigilia della gara il mio compagno non stava benissimo e molto onestamente si è tirato fuori cedendomi il posto, questo fa capire il clima di grande amicizia e famigliarità che si è creato tra noi, devo dire però che non ero la per caso, nel 2013 ho vinto l’europeo, sempre in coppia con Viviani, nell’americana e l’anno scorso sono stato secondo nella corsa a punti sempre valevole per il titolo continentale è stata una chance che meritavo”.
Un misero punto ti ha diviso dall’oro come ti sei sentito?
“E’ stata una corsa pazzesca, bastava che nell’ultimo sprint, vinto dal mio compagno, un avversario si fosse piazzato tra lui e il francese, in tal caso avremo vinto noi, sul podio Viviani piangeva di rabbia, io ero più contento perché era il primo risultato davvero importante, ora a mente fredda sento un po’ di rammarico, ma ho anche la consapevolezza di aver dato davvero tutto”.
Ora per Liam comincia l’avventura su strada con la Southeast la sua nuova squadra professional a cui si è legato con un contratto biennale.
Quali sono i tuoi programmi e il tuo ruolo nel team?
“Il 4 marzo parto per il giro di Malesia, il mio ruolo sarà inizialmente quello di apripista per i velocisti Mreczko e l’inossidabile Alessandro Petacchi, poi spero di crescere di condizione per cercare di entrare tra i prescelti che disputeranno il giro d’Italia”.
Qual è la corsa che stuzzica principalmente i tuoi appetiti?
“Sarebbe facile dire la Sanremo o qualche altra corsa monumento, ma non è così, mi va bene qualsiasi corsa per entrare nei primi posti degli ordini d’arrivo, dopo tanti sacrifici va bene tutto e poi bastano anche pochi piazzamenti su strada per avere più notorietà di quello che ti da la pista, che in Italia ultimamente, a torto, è poco valorizzata”.
Gira e rigira il discorso torna sempre sulla pista
“Si – conclude Liam – sto gia pensando ai mondiali 2016 di Londra dove o nell’americana o nella corsa a punti voglio conquistare la maglia iridata”. Forse dopo quasi un ventennio all’orizzonte si intravvede l’erede di Silvio Martinello.

Walter Lotto